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Ed infatti chi non si sentirebbe schiacciato dai poderosi argomenti d'insigni chimici e geologi, d'illustri medici, di dotti professionisti che la propugnano e di fatti innegabili che la confermano? Ebbene, eccoci qua, accettiamo volentieri la sfida, e diciamo subito che i loro argomenti sono ragionari di semplice rumore e niente più, e che non l'inumazione, ma la cremazione è al contrario antigienica! Perciò, ripetiamo, mano ai ferri. E per procedere con ordine in cosa di tanta gravità e vastità di scienza, non entriamo subito, come si suol dire, nelle viscere della cosa, ma studiamone l'esterna generale fisonomia, e domandiamo: come va che in tanti secoli che si usa nei cimiteri, e più specialmente chiudere nei sepolcri, nello stesso seno dei templi i cadaveri, giammai ebbero a verificarsi le orrende, universali morie, lamentate dai nostri cremofili? Dove, dove sono i guai che si paventano per la salute pubblica? Di grazia, mi si citi un fatto solo, ma vero, indiscutibile. Che si ebbe mai a soffrire dalla istituzione dei campisanti? Tanti secoli di pacifico possesso, e diciamo di continui trionfi (giacché i cimiteri seppellirono la cremazione) non sono forse una sicura guarentigia della bontà di questa consuetudine? Forse essa per volgere di età, ha trovato ostacoli, nel campo delle lettere, delle arti, del diritto? Qual uomo d'ingegno si è mai ribellato, od ha, in tanto decorso di tempo, protestato? Nessuno. E se l'inumazione fosse causa evidente di pericoli, non sarebbe stata adottata in misura così universale, presso tutti i popoli civili della vecchia Europa e del nuovo mondo, presso quasi tutte le genti anche barbare dell'antico, del medio e dell'evo nostro. Gli uomini non hanno incominciato solo adesso a pensare: i signori cremazionisti sanno meglio di noi quanti genii, quante menti elevate, quanti artisti, letterati poeti, scienziati di ogni fatta, sono stati prima di loro. |