Circa le sostanze organizzate come infusorii ed altre, è noto come la microscopia scopre gli esseri meno percettibili. Ciò per altro che maggiormente ci sorprende nelle parole del Pappenheim, è che esso parla di sostanze putrefatte di proteina. Ma sa egli che la proteina è un tipo delle sostanze albuminoidi, la quale non esiste in natura, ma fu preparata dal Mulder? Come dunque nelle acque si può trovare, tanto facilmente, un prodotto chimico artificiale? Ma noi vogliamo esser larghi, vogliamo ammettere che egli intenda accennare ai derivati proteici, cioè precisamente ai principii albuminoidi. In tal caso noi gli diremo che questi sono poco solubili in acqua, e che i loro prodotti di trasformazione sono per lo più parti gassose, quindi non è probabile, che accenna all'esistenza di principii proteici. Questi principii si possono trovare nelle acque delle fogne, nelle acque stagnanti, nelle acque in seno alle quali sono avvenute accidentali putrefazioni; ma in tal caso non sono più acque potabili, e che siano impotabili qualunque idiota lo sa. Ci siamo dilungati abbastanza nella confutazione del Pappenheim, per far toccare con mano quanta sia la impudenza di coloro che per l'avversione ai camposanti, mettono innanzi certi nomi e spacciandoli per competentissimi, credono con quest'artifizio di gabbare il prossimo, ma non riescono che ad ingannare i poveri di spirito e gli uccellucci del volgo, se pure!
Veniamo ora alla dimostrazione dei fatti. Quanti e quanti villaggi delle nostre montagne abruzzesi hanno i loro piccoli cimiteri collocati in luoghi piani soprastanti alle sorgenti? Ebbene quando mai si è sentito che questi buoni montagnoli siano stati vittime delle epidemie e dello inquinamento delle acque per parte di quelli? Il medesimo ripetesi di centinaia di castelli e di ville situate alle falde delle Alpi e dei nostri Appennini. Le acque presso il monumentale cimitero di Milano, esaminate dal prof. Pavesi ed analizzate anche dal prof. Gabba, non risultarono inquinate, mentre se ne scoprirono nei pozzi situati nell'interno della città. Come va ciò? Non dovevano essere prima inquinati i pozzi vicino al cimitero, e poi i lontani? Eppure risultò tutto il contrario. Ecco il più volte citato prof. Porro (dal Bianchetti — «L'igiene, la chimica, la pratica osservazione, fin qui non dimostrarono che dai cimiteri ben regolati, possa derivare in qualche modo pericolo o danno agli uomini, o inquinamento delle acque.» — Ed il Bouchardat, professore d'igiene alla facoltà medica di Parigi, nel suo ultimo trattato d'igiene pubblica e privata, e precisamente al capitolo cremazione così si esprime: — «Il principale motivo sul quale si appoggiano i fautori della cremazione, è il pericolo dei cimiteri dal punto di vista della pubblica sanità; per stabilire il pericolo degli scavi relativamente all'acqua che dentro vi potrebbe scorrere, io non conosco alcun fatto positivo.» — Ed il valente prof. Grambinski dice: — «Quanto mai si è sentito parlare che la presenza di un cimitero apporti direttamente pericolo per lo sviluppo di malattie epidemiche, cagionate dalla corruzione dell'acqua o dell'aria? Io confesso apertamente che fin qui non se n'è data alcuna prova; non è noto alcun caso, il quale direttamente dimostri che gli odierni cimiteri possano diventar sorgente d'infezione.» Andiamo innanzi.
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