Ed il Dott. Ridolfi nel 1884 scriveva: « I cimiteri ora non sono che un vasto serbatoio di gas e di materie che vengono assorbite dalla terra come una spugna. Lentamente la natura consuma i cadaveri, e nessuno ha dritto d'interromperne la misteriosa operazione».
Ma veniamo ad altre dimostrazioni scientifiche. Il cadavere si ossida all'aria aperta mercè la sufficienza dell'ossigeno circostante, la ossidazione è più pronta, quindi il discioglimento più presto, donde poi ne derivano gli effluvii mefitici. Il contrario invece, e ciò per la causa opposta, si verifica entro la sepoltura, dove lo scioglimento delle esalazioni è lentissimo, a fili rari e sottili; anzi nel caso ordinario della saponificazione, esso è allora quasi nullo.
Riguardo a ciò il Mantegazza aggiunge una giusta ed opportunissima osservazione, che cioè 99 su 100 dei corpi umani prima di morire sono così disfatti, consumati dalla malattia, che son ridotti pelle ed ossa, con poverissime visceri e niente più, per cui sotterra essi si mummificano e poi lentissimamente si polverizzano.
Col parere dell'igienista pavese concordano i valenti dottori della nota commissione della Senna, i quali dicono: «La nonoscenza pressoché totale dell'ossigeno nella fossa del cimitero, è cagione di risultati differentissimi da quelli che avverrebbero all'aria aperta.» (Nouvelles observations etc.). Dunque l'apprensione dei miasmi mortiferi dei cimiteri, non si riduce che ad un semplice spauracchio e niente più.
La mancanza di queste esalazioni mortifere apparisce anche meglio, ove si consideri la compressione sotto cui giace sepolto il cadavere, in forza della quale alcune di quelle operazioni chimiche che si operano sul corpo, notate dagli avversarii, sono completamente eliminate, ed altre contrariate e sensibilmente diminuite; di più si ha maggiore copia di liquido, che attirato dal terreno, vi si incorpora per mezzo di varie combinazioni, e fissatovisi stabilmente diviene innocuo a chi vive sopra terra. Ecco in qual modo discorre a questo proposito il professor Zinno, il quale oltre alla vasta conoscenza della scienza chimica, aggiunge tanti anni di esperienza per le delicate commissioni a lui affidate, per tutelare l'igiene pubblica contro le infezioni che potrebbero essere causate dai cimiteri. — «La corruzione di un cadavere sotterra è lentissima, e le sue esalazioni, cioè gli aeriformi che svolge, restano quasi del tutto compressi e lentamente assorbiti dagli strati di terra e calce che lo ricopre, oppure dalla sola terra silicea, argillosa calcarea. — Anzi la sola compressione impedisce e cangia alcune azioni chimiche infra ed extra cadaveriche, onde si hanno in maggior dose produzioni liquide, le quali vengono assorbite dal terreno sottostante della fossa, col quale terreno la suddetta commissione determina delle combinazioni chimiche inorganiche e semiorganiche, che essendo fisse (non potendo cioè volatizzarsi) non possono trasfondersi nell'ambiente, e per conseguenza non possono in verun modo nuocere, né offendere, sia pure l'odorato degli astanti, dalla fossa colmata e ben condizionata. Se così non fosse, dovrebbero, senza dubbio, verificarsi sempre gravi danni non solo ai custodi ed inservienti dei cimiteri, dove essi vivono e dormono in permanenza, ma a tutti gl'individui delle abitazioni vicine, sieno anche al di là dei 200 metri come per legge. Io dunque non so vedere gl'inconvenienti che da questo lato possano venire alla pubblica e privata igiene dalla inumazione dei cadaveri.»
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