Si salvino dunque le sepolture, espressione naturale e religiosa del nostro culto verso i trapassati, e solo si badi che per la trascuratezza delle persone non producano quegli inconvenienti di cui non sono causa prima e necessaria. In questo terreno siamo tutti di accordo, e noi renderemo omaggio alla scienza, allorché cessando di abbattere e distruggere senza ragione, non tenterà sostituire il dominio della bestialità al trionfo della umanità, quando cingerà di meritato ossequio i corpi dei nostri morti, lasciandoli riposare in pace in seno alla terra e non gettandoli entro dei forni su delle graticole, quando tratterà col dovuto rispetto le nostre più belle costumanze, le più confortanti istituzioni del cuore e studiandosi di sottrarle ai feroci morsi dell'invidia, alle vie dello spirito di parte, alla rustica mano dell'ignoranza.
Capitolo IX.
La cremazione è antigienica.
Dopo aver dimostrato come la cremazione sia sorta unicamente da un principio condannato e che essa viene contradetta dalla Storia, avversata dalla Natura, abborrita dall'Umanità; dopo aver esposta la falsità dell'accusa che essa scaglia contro l'inumazione; noi potremo riposarci all'ombra, come suol dirsi, dei mietuti allori, e dormire sonni tranquilli.
Ma no. A noi piace rigettare sopra la cremazione la macchia di antigienismo per cui essa voleva render odiosa l'inumaziome. Anzi la nostra crociata contro di lei, arriverà a tal punto da discacciarla dalla società, di cui disconosce le leggi, e mina per le sue conseguenze, una delle principali colonne su cui poggia, cioè la forza della punitrice giustizia. Esecriamo la Cremazione: essa è antigienica! Rende essa impossibili gli effluvii nocivi? Non osono i cremazionisti affermarlo: ma si contentano dire, che ciò dipende dalla perfezione degli apparati, e che alla soluzione di questo problema studiano alacremente gli ingegni più cremofili. Vi perverranno? Il distinto prof. Zinno, uomo competentissimo, recisamente lo nega. Egli dice, il metodo di cremare che dovrebbe adottarsi, è questo: «bisogna sempre sottoporre i cadaveri ad elevata temperatura, e perché se ne abbiano più facilmente le ceneri, bisogna esporli in vasi aperti, crogiuoli, recipienti di ghisa od altro; ovvero volendo operare in vasi chiusi, fa d'uopo calcinare questi cadaveri con corpi ossidanti, altrimenti si avrebbe carbone animale e non cenere animale. Or bene, operando in vasi aperti, la temperatura elevata necessaria, non trasformerà certamente le materie animali del cadavere in idrogeni carbonati, in solfuro d'idrogeno, in fosfuri idrici ecc..., poiché queste bruciando all'aria libera, alla lor volta si trasformeranno all'istante in acido carbonico, acido solforoso, fosforico ecc..... e quelle materie che sfuggirebbero alla combustione, sarebbero dei prodotti pirogenati (massime quelle che si svolgeranno nel primo periodo del riscaldamento, e queste sarebbero abbondanti, e riuscirebbero moleste, deleterici e diffusibili smisuratamente, ed assai più delle lente e piccole esalazioni che sfuggono da un cadavere sotterrato, anche in cimiteri peggio condizionati.
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