Capitolo XI.
La cremazione è anti legale.
Tutto ciò che abbiamo esposto, fa chiaramente manifesto che i cremazionisti non solo fanno oltraggio alla legge naturale dell'individuo, ma bensì conculcano amaramente il diritto delle genti.
Peccano contra la pietà e mitezza naturali, distruggendo in modo violento ciò che fa parte dell'umana specie. Promuovono una consuetudine che fanno diventare bestiali gli uomini e li assuefanno alle ferocie contro i proprii simili. E ciò ci sembra dovrebbe bastare a farli ricredere dal grossolano errore in cui assolutamente vorrebbero gittare la società.
Ma restano ancora due punti, lo svolgimento dei quali darà vinta la causa dei cimiteri, e spacciata per sempre quella dei forni. Prima di tutto questi mancano della necessaria annuenza della suprema autorità, e quindi i cremazionisti sono ribelli operando praeter et contra voluntatem legis; epperciò la cremazione è antilegale. Vengono inoltre a privare la società umana del mezzo più sicuro, ed in molti casi unico che possa avere, per esercitare la giustizia punitiva in certi delitti, cioè dei cadaveri di coloro che furono vittime di morte violenta. Di questo secondo punto parleremo nel capitolo seguente.
In questo diciamo che delle legislazioni degli Stati attuali, benché quasi tutti informati allo spirito moderno, ossia antireligioso e massonico... pure nessuno ha fatto ancora una legge propria sulla cremazione dei morti, mentre dai cremofili si è fatto tanto gridio, tanto vociare da seccare maledettamente. Petizioni, indirizzi, sollecitazioni, pubbliche sottoscrizioni, conferenze, relazioni, studii, tutto, tutto si è messo in opera per riuscire nell'intento. Ma se poco si è ottenuto dai Municipii e dalle Provincie, nulla si è ottenuto dal Governo. perché tale ripugnanza? perché questa comunanza d'idee? Oh! la ragione è chiara: l'istinto della conservazione dell'esterno ordine sociale l'ha vinta sul pregiudizio settario! E questo, stante i tempi è un argomento di gran peso.
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