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S. Maria Aprutiensis ovvero L'Antica Cattedrale di Teramo.
Studio storico-artistico
Francesco Savini
Forzani & C. Roma, 1898, pagine 112

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Io S. Maria aprutiensis
   « Episcopalem decernimus Sedem permanere ». Finalmente il Camarra (l) ci racconta che intorno al 1154 un Adelberto copiò le opere del Beda « ad onore della « Chiesa S. Maria della chiesa apruziense ».
   5. Dopo 1' infilzata di tanti documenti riguardanti la vecchia cattedrale aprutina o, per dirla alla barbara, apruziense, che certo avranno annoiato il lettore, ma che pur ci è parso necessario qui addurre per la piena conoscenza della storia della medesima, dobbiamo soggiungere che essa, subito dopo l'anno (1154) della sua ultima menzione, soggiacque alla misera sorte della distruzione. Questa seguì, restandone salve solo due cappelle, rispondenti ali' odierna chiesa di S. Anna de' Pompetti, insieme con 1' incendio che desolò 1' intera città nel secolo xii. L' epoca precisa di questo avvenimento non è nota, ma i nostri storici 1' hanno molto discussa fino al Palma, il quale, dopo aver disputato con i precedenti autori, 1' ha stabilita con la maggiore probabilità nel 1156. ^ Intanto il primo ricordo della distruzione della chiesa sta nella leggenda della vita di San Berardo, più volte data alle stampe, (3) e, giusta il Palma, (4) compilata nel secolo stesso xn: ivi dunque si legge : « Et Ecclesia, in qua sancii Viri Corpus venerabatur, eodem ardore suc-
   (1) CAMARRA, De Theate antiqua; lib. I, cap. VI.
   (2) PALMA cit., I, 314.
   (3) Vita S, Berardi, etc., Venezia, Rampazeti, 1601; Ascoli, Sal-vioni, 1637, e nel PALMA, op. cit., voi. I, pp. 257-262.
   (4) PALMA, op. cit. I, 262.

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