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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   260 libro v - civiltà e coltura atriaxo-romana
   condata da profonde vallate, non permise agli atriano-romani più che non lo permetta a noi oggi (senza eccessivo dispendio) di risolvere meglio il problema della provvista delle acque potabili.
   Finitala nostra escursione sotterranea pel trimonzio atriano, usciamo un poco fuori delle mura a considerare, prima i resti delle immediate adiacenze, e poi quelli rarissimi del territorio coloniale. Prima d'ogni altra cosa ci si presenta a sud-est il sepolcreto preromano, già considerato a suo luogo, e proseguendo verso l'ameno pianoro di Silvi, specchiantesi nel mare, i ruderi di una villa sontuosa. « Ad un miglio circa lontano « dal paese, verso sud, sopra una larga pianura, veggonsi fab-« bri che rotte ed in mille guise sconnesse che ti lasciali pensa re « ad un grande edifìzio... I contadini, lavorando là dappresso, « ci hanno spesso trovato delle lunghe docce di piombo (fistu-« lue), che mettendo capo a qualche lago (.lacus, castellimi) « servivano a condurre le acque al tepidarium o al frigidaii rium (Cherubini in Girelli, op. loc. cit).
   Ad alcunché di simile nella stessa direzione, ma più lontano dalla città, aveva accennato tant' anni innanzi il Sorriccliio, parlando del rinvenimento « di un assai grosso e massiccio « canale di piombo e per lungo tratto di strada, che poi andava « a perdersi... Il vigilante Tribunale di Teramo ne volle subito « rimanere informato... Il sito truovasi nella distanza di quat-« tro o più miglia dalla nostra città ... nel territorio annesso di Silvi... » (op. cit. pag. 90). Appare dunque che l'aprico poggio sul mare sia stato sempre preferito dai facoltosi atriani.
   Porto e Castello. — Scendiamo ora al porto e fermiamoci al Castellimi Hatria o Matrinum, di cui parla esplicitamente Pomponio Mela (lib. II) descrivendo la costa adriatica: « liane « en-im praegressos Piceni litora excipiunt: in quibus Nuli Diana, Potentia, Claterna, Capra. Urbes : castella autem «Firmimi, Adria, Truentum... ». E evidente che l'autore intende distinguere le città vere e proprie come Numana, Potenza, ecc., dai luoghi che erano appendici di più conspicue