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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 4
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1834, pagine 340
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ino , con breve tic' iC>. Giugno 14^*7- ( n- 85. ) . Forse nel corso del medesimo secolo XV. fatalissimo ai Monaci , andò ad estinguersi la conventuali là . Certamente era cessata avanti il 1531. poiché in quella e nelle consecutive visite di Monsig. Cherigatlo si notano bensì mitre e calzari pontificali rinvenuti in S. Giovanni , ma si parla ben anche di oggetti perduti , de' quali erasi ricuperato un calice ed un incensiere di argento , in posse Dolimi Jo. Babtistae Adunarii Abbatis , da cui parte un Cappellano serviva la Chiesa ed esercitava la cura delle anime de' circonvicini villaggi Fronti , Valle, e Varano . Il titolo Domili indica clic 1' Adimari stato fosse secolare . L' ultimo Pergolcsc Commendatario ebbe pur nome Gio. Battista . In potere del Dot. Sig. Francesco Martegiani di Montorio ne resta il suggello esprimente nella parte superiore la decollazione del Precursore , e nella inferiore in uno scudetto , sormontato da mitra e pastorale , la testa di Giano, colla leggenda intorno Jo. Bab. Martianus Abbas S. Jo. in Pergulis : e nell'archivio Vescovile ( car. di\>. n. 5.) ne. rimane una bolla di collazione della curata di S. Niccolò di Vena-Capraia al soggetto nominato dalla Città di Teramo, in data di Montorio io. Marzo i56i . Correva allora il secondo anno da che Paolo IV. avea assegnato al Montoriese Collegio il nostro S. Giovanni : bisognava aspettare però o la rinuncia o la morte del possidente titolare perchè n* entrasse in possesso . Entratovi , dolce dovè riuscire il godimento delle rendite , amaro 1' obbligo del mantenimento della Chiesa , sino a che circa il 1775. il Canonico Vicario-curato passò ad esercitare le funzioni nella Chiesa della Madonna della Neve appartenente alla popolazione di Valle S. Giovanni , dove pure restò trasferita la confraternita del Sagramcnto , la quale nella visita di Visconti del 11> 14- già trovavasi eretta in altare proprio nella badiale . Questa in fine fu sottoposta ad interdetto da Monsig. Pirelli nel 1803. Anche prima lo era stala la piccola Chiesa di S. Angelo di Fronti. Entrambe esistono tuttavia in piedi e coperte , ma abbandonate , senza porte , e cadenti .
S. Maria. a Vico , meno disgraziata , ove ancor si celebra la Messa nelle feste da un Cappellano stipendiato dalle circostanti agricole famiglie , c la quale mostra essere stato 1111 tempio d' idolatri , convertito al vero culto ne' primi secoli del Cristianesimo. Nel Cap. VI. si fece cenno de'monumenti classici, eli' essa in se e ne' suoi contorni presenta : più non potrei rammentar de' sacri che un' urna di pietra , trasportata nella casa rurale del Sig. Policarpo de' Guidobaldi , coli' incisione OSSA S. PRIVATI . Sono pur in-dizj di antichità le varie pietre intagliate , i bassirilievi della porta , il rin-calzauioalo per più palmi del primiero pavimento, c la situazione del campanile divenuto colombaja . Che dessa sia stata tenuta da Monaci o da Canonici viventi in comune , si riinarcò da Visconti nella visita del 1636. ed anche oggidì si rende chiaro dai rimasugli di cenobio , che veggonsi accosto alla navata meridionale , una porzione de' quali si è trasformata in abitazione de' coloni dell' adjacentc territorio . Precoce però ivi debbo essere stata 1' abrogazione della convcntualità , perchè nella bolla di Anastasio non è chiamata nò Abbatia , nò Canonica , nò Monasteriurn , ma Plebe ; vai quanto,diro parrocchiale della piove di Vico e fin dove stendevasi il suo decima-rio sino a' giorni nostri mantenuto . Che. poi il Rettore di S. Maria da tempo immemorabile si trovi discaricalo dal peso della cura , sopraddossata al Proposto ili S. Omero ; ciò non dee recar meraviglia dopo la totale de-