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Lungo la strada ferrata da Giulianova a Teramo
Note storiche ed anedottiche
Francesco Savini
F. Fabbri - Teramo Roma, 1927, pagine 53

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   casa rurale dei Giordani di Teramo) su tredici forche, all'uopo erette su quell'altura, furono tutti senz'nitro impiccati. Frattanto gli Antonellisti, nulla sapendo dell'accaduto, spuntato il giorno si presentarono a Giosia, il qua-Jìe, senza permetter loro alcuna parola sulla ^ragione di quella chiamata, benignamente gli Incorniate, dicendo loro soltanto, che per la Jpa conoscerebbero il tutto e che per l'avve-ìre tenessero la lingua in bocca. Si posero si perciò senz'altro in cammino e a mezzo viaggio, si accorsero davvero di che si trat-va: arrivati iu Toraino non altro risponde-a chi premurosamente gli interrogava, non uno stringere di labbra con due dita pella mano. I parenti poi degli uccisi a quelli «he gli spronavano a vendetta, diceano: « Ohe ivogliamo far noi che siamo spennati? » come ^uccelli cioè a cui fossero state tarpate le penne. Tal nome servì poi in seguito a chiamare i Melatinisti, mentre l'altra fazione degli An-• tonelisti mutò pure l'antico nome in quello di maszaclocclii. DÌ questa ultima denominazione non si conosce bene la causa; però un nostro moderno storico suppone derivare essa da quei bastoni forniti iu cima di grosse teste, detti presso noi maszaclocche, delle quali come armi erarisi probabilmente serviti gli Antonellisti nello frequenti lotte con gli av-versari. Di questo tragico avvenimento resta tuttora una memoria in Teramo: uno degli

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