Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     Qui abbiamo un freddo terribile. L'Arno porta continuamente dei mesi di gelo e se deve credersi a quello che mi dicono nella notte il termometro segnerebbe molti gradi sotto lo zero. Sa bene che in questi luoghi dove l'aria generalmente è mite e le case e gli uomini non sono preparati ai grandi mutamenti di temperatura i freddi sono cagione di molte morti. Io mi dò per vinto perché non posso più camminare. Dalla Gigina non ho più lettere e non so perché. Vorrei avere notizie della sua salute né amerei che anco essa abbia dovuto essere abbattuta dal freddo che per quello che mi dicono a Napoli è stato anco eccessivo. Qui si prepara la festa del terzo centenario della nascita di Galileo al quale sono invitati tutti i corsi scientifici [...] a mandare un rappresentante.
     Il Prefetto della provincia invitò la scuola normale ad eleggere un suo giovine che faccia parte della commissione per l'esecuzione del programma. E noi considerando che alla filosofia era tributato tanto omaggio abbiamo mandato un filosofo.
     Di Antonio non so nulla; il figliolo della signora Parisi che fu a dimora nelle feste di Natale mi disse che la sig.ra Maggiorani stava benissimo. Se potrò spero a Carnevale fare una capatina a Firenze e di rivedere gli amici. Debbo farle tanti saluti da parte della Sig.ra Vittoria Giorgini; dalla Signora Raimondi e dal Sig. Mayer che da pochi giorni è tornato a Firenze. Mi ricordi alla mamma ed a Finuccio quando gli scrive e non faccia che io resti tanto tempo senza loro notizie.
     Mi creda sempre
     d.mo servo
     F Barnabei