Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     Vogliono che l'esponga a Teramo e lo farò. L'Esposizione (89) qui si aprirà domenica e continuerà fino alla metà d'ottobre. Qui non si parla (e sarà lo stesso altrove) che di Roma (90). Si parla dippiù delle dimostrazioni di Teramo e riprovano i più che il popolaccio si sia mostrato molto incompetente rompendo i vetri ed insultando un fantoccio che trascinarono per le vie e che rappresentava il Papa. E' molto doloroso che la piazza a Teramo si sia così scatenata (91). Qui vi è poco senno. Ma di ciò è assai meglio non parlare. Io domenica scenderò a Teramo all'apertura dell'Esposizione poi ritornerò qui e verso i principii d'ottobre ritornerò a Napoli.
     Salutatemi la Gigina e la mamma a D. Bernardo e tutti. Il Celli (92) è a Castelli per altri pochi giorni; ora sta meglio ma aspetta di rimettersi completamente a Napoli perché in paese non ha fatto che errare e quà e là per i malati essendo il paese senza medico. Egli mi pregò di farvi mille saluti. Ricordatemi con affetto al Sig. Maggiorani ed alla famiglia con preghiera di saluti per Cav. Cammarota alla Sig.ra Elisa Tommasi al Frullani al Prof. Barellai e tutti tutti.
     Se mi scrivete subito potete indirizzare la lettera Teramo p. Montorio al Vomano se ritardate qualche poco Teramo p. Castelli.
     Mi ci raccomando. Credetemi sempre

     Montorio al Vomano 23 sett. 1870

     aff.mo e d.mo
     FBarnabei

(89) Ippolito Amicarelli (1823-1889) sacerdote e letterato di Agnone (Campobasso) perseguitato dalla polizia borbonica fu deputato del Regno per una legislatura. Era Preside del Liceo Nazionale Vittorio Emanuele di Napoli quando Barnabei iniziò la carriera nell'insegnamento.

(90) L'Esposizione regionale abruzzese agraria-industriale promossa dal Comizio Agrario e tenutasi a Teramo venne inaugurata il 25 settembre 1870 e fu la seconda esposizione abruzzese dopo quella di Chieti del 1868: rappresentò “il primo passo del risveglio delle popolazioni abruzzesi nel movimento economico”. L'Esposizione visitata da più di 30.000 persone fu allestita nel Convento delle Grazie su una superficie di quasi 150.000 mq occupati da 537 espositori. Si chiuse il 15 ottobre. (Cfr. L'Esposizione Regionale Abruzzese tenuta in Teramo nel 1870. Relazione generale e documenti Teramo Stabilimento Tipografico Q. Scalpelli e figlia 1888)

(91) Qualche giorno prima (20 settembre 1870) con la breccia di Porta Pia ci fu l'annessione di Roma al Regno d'Italia e la fine del potere temporale dello Stato Pontificio.

(92) Alcuni cenni sui fatti di Roma del 1870 si trovano nell'unico periodico diffuso a Teramo in quell'anno la Gazzetta di Teramo (che si pubblicava dal 1864) ma non le intemperanze del popolaccio riferite dal Barnabei bensì i festeggiamenti avutisi in città. Già il 18 settembre quando si annunciava in prima pagina che “Il dado è tratto e la gran lotta tra la civiltà laica e la teocrazia tra il dritto [sic] popolare ed il feudalismo popolare volge già al suo termine” la città imbandierata ed illuminata fu attraversata dalla banda musicale. Il 25 settembre il periodico così riferisce in cronaca: “Le campane del Duomo suonarono a distesa nunciatrici di tanta letizia ai luoghi vicini: le due bande musicali seguitate dal meglio dei nostri cittadini dalla Società operaja col suo Presidente che portava la bandiera e da un popolo plaudente partivansi dalla piazza Vittorio Emanuele traversavano il corso S. Giorgio ed indirizzavansi al Palazzo della Prefettura ove le grida di Viva il Re in Campidoglio viva l'Italia viva Roma furono immense e continue. La dimostrazione fu imponente fu maestosa non vi era individuo che non vi pigliasse parte dal primo Signore fino all'ultimo ciabattino. Poscia essa si die' a percorrere tutta la città e ad una certa ora con quel medesimo ordine con cui era incominciata si sciolse. La sera tutte le case furono illuminate”.