Salutate Nando. Partirò fra poco pel Belgio
ma spero che la mia assenza da Roma non abbia a durare oltre un mese.
Accogliete gli attestati dell'antico affetto
e credetemi sempre
Vostro aff.
FBarnabei
LIII
Roma 30 agosto 1885
Cara Giannina
Non potete credere quanto dolore io abbia provato nel leggere la vostra lettera del 1 luglio
la quale ho ritirata ieri qui in Roma al mio ritorno. Vorrei che foste contenta come voi meritate
e veggo che per causa della salute dei vostri cari
e per causa di cotesta residenza che non vi può convenire
siete afflittissima. Sono dolente di non potervi aiutare in nulla. Prima che diventava Segretario Generale
vedevo il Martini tutti i giorni; facevamo sempre colazione assieme
e rammentavamo i bei tempi di Pisa
dove si può dire che eravamo stati compagni.
Ma dopo la sua nomina non l'ho veduto più: e nessuno dei vecchi amici l'ha più veduto. Non esce quasi mai dal suo ufficio
dove è sempre occupatissimo. Sui principii
mi raccomandai a lui per qualche amico comune; ma poi dovei persuadermi che era meglio per me e per gli altri il non disturbarlo. Non mi riuscì di salutarlo prima che io partissi per il Belgio; ed ora
tornato qui ho saputo che egli è in Inghilterra. Speriamo che mi si riapra la porta di lui
e che io possa spendere non invano una parola per una causa che mi sembra di mia famiglia. Spero altresì che la povera Gigina superi la presente difficoltà.
Io sono stato nel Belgio
nell'Olanda
nella Prussia renana
e nella Baviera. Ho visto molte città bellissime e molti musei. Giunto a Milano volli correre in Abruzzo per riabbracciare i miei vecchi. Mio padre mi venne incontro fino al punto ove cessa la strada rotabile
ed incomincia la via mulattiera... Poiché nel mio paese non si va ancora in carrozza!
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