NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     E Ruggieri, il qual quivi vedendosi, quasi di sé per maraviglia uscito, né da qual parte fuggirsi dovesse o potesse vedea, preso diereno nelle mani della famiglia del rettore della terra, la qual quivi già era al romor corsa; e davanti al rettore menatolo, per ciò che malvagissimo era da tutti tenuto, senza indugio messo al martorio, confessò nella casa de' prestatori essere per imbolare entrato; per che il rettor pensò di doverlo senza troppo indugio fare impiccar per la gola.
     La novella fu la mattina per tutto Salerno che Ruggieri era stato preso ad imbolare in casa de' prestatori; il che la donna e la sua fante udendo, di tanta maraviglia e di sì nuova fur piene, che quasi eran vicine di far credere a se medesime che quello che fatto avevan la notte passata non l'avesser fatto, ma avesser sognato di farlo: e oltre a questo del pericolo nel quale Ruggieri era la donna sentiva sì fatto dolore, che quasi n'era per impazzare. Non guari appresso la mezza terza, il medico tornato da Amalfi domandò che la sua acqua gli fosse recata, per ciò che medicare voleva il suo infermo; e trovandosi la guastadetta vota, fece un gran romore che niuna cosa in casa sua durar poteva in istato.

     La donna, che da altro dolore stimolata era, rispose adirata dicendo: - Che direste voi, maestro, d'una gran cosa, quando d'una guastadetta d'acqua versata fate sì gran romore? non se ne truova egli più al mondo?
     A cui il maestro disse: - Donna, tu avvisi che quella fosse acqua chiara; non è così, anzi era una acqua lavorata da far dormire - e contolle per che cagion fatta l'avea.


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