Opere di letteratura italiana e straniera |
Ora avvenne che uno venerdì quasi all'entrata di maggio, essendo un bellissimo tempo ed egli entrato in pensiero della sua crudel donna, comandato a tutta la sua famiglia che solo il lasciassero, per più potere pensare a suo piacere, piede innanzi piè se medesime trasportò, pensando, infine nella pigneta. Ed essendo già passata presso che la quinta ora del giorno ed esso bene un mezze miglio per la pigneta entrate, non ricordandosi di mangiare né d'altra cosa, subitamente gli parve udire un grandissimo pianto e guai altissimi messi da una donna; per che, rotto il suo dolce pensiero, alzò il capo per veder che fosse, e maravigliessi nella pigneta veggendesi; e oltre a ciò, davanti guardandosi, vide venire per un boschetto assai folte d'albuscelli e di pruni, correndo verso il luogo dove egli era, una bellissima giovane ignuda, scapigliata e tutta graffiata dalle frasche e da',pruni, piagnendo e forte gridando mercé; e oltre a questo le vide a' fianchi due grandi e fieri mastini, li quali duramente appresso correndole, spesse volte crudelmente deve la giugnevano la mordevano; e dietro a lei vide venire sopra un corsiere nero un cavalier brune, forte nel viso crucciate, con uno stocco in mano, lei di morte con parole spaventevoli e villane minacciando. Questa cosa ad una ora maraviglia e spavento gli mise nell'anime, e ultimamente compassione della sventurata donna, dalla qual nacque disidero di liberarla da sì fatta angoscia e morte, se el potesse. Ma senza arme trovandosi, ricorse a prendere un ramo d'albero in luogo di bastone, e cominciò a farsi incontro a' cani e centro al cavaliere.
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