NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Avvenne che, essendo la sera certi lavoratori di Pietro venuti con certe cose dalla villa, e avendo messi gli asini loro, senza dar lor bere, in una stalletta la quale allato alla loggetta era, l'un degli asini, che grandissima sete avea, tratto il capo del capestro, era uscito della stalla, e ogni cosa andava fiutando, se forse trovasse dell'acqua; e così andando s'avvenne per me' la cesta sotto la quale era il giovinetto. Il quale avendo, per ciò che carpone gli, conveniva stare, alquanto le dita dell'una mano stese in terra fuor della cesta, tanta fu la sua ventura, o sciagura che vogliam dire, che questo asino ve gli pose su piede, laonde egli, grandissimo dolor sentendo, mise un grande strido. Il quale udendo Pietro, si meravigliò e avvidesi ciò esser dentro alla casa; per che, uscito della camera e sentendo ancora costui rammaricarsi, non avendogli ancora l'asino levato, il piè d'in su le dita, ma premendol tuttavia forte, disse: - Chi è là? - e corso alla cesta, e quella levata, vide il giovinetto, il quale, oltre al dolore avuto delle dita premute dal piè dell'asino, tutto di paura tremava che Pietro alcun male non gli facesse. Il quale essendo da Pietro riconosciuto, sì come colui a cui Pietro per la sua cattività era andato lungamente dietro, essendo da lui domandato "che fai tu qui?" niente a ciò gli rispose, ma pregollo che per l'amor di Dio non gli dovesse far male.

     A cui Pietro disse: - Leva su, non dubitare che io alcun mal ti faccia, ma dimmi come tu se' qui e perché.


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