NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Michele fu tosto accordato. Dice Benci: - Tu anderai un poco innanzi, e chiamerai la Benvegnuda, che ti rechi la chiave del fondaco, e che tu voglia vedere qualche balla di mercatanzia; Noddo e io intreremo dentro, e tu la tieni a bada quanta puoi; volgi e rivolgi le balle, e digli che t'aiuti; e anderemo su alla cucina, e lascia fare a noi.
     E così ordinarono, menando Benci un suo fante in mantello con la bisaccia, e con l'altre masserizie. E Michele Cini giugne, e picchia l'uscio, e chiama la Benvegnuda, che rechi la chiave del fondaco. La Benvegnuda viene subito con le chiavi. Dice Michele: - Va' apri, ché voglio veder certe balle per farle vendere a Giovanni.
     Dice la Benvegnuda: - Serrate l'uscio.
     Dice Michele: - Giovanni è presso, che ne viene co' mercatanti lasciala pur stare aperta.

     E così fece.
     Andato ella per aprire il fandaco, la brigata della bisaccia entrano dentro, e vanno alla cucina. Quando Michele vede andato su Benci con gli altri, va nel fondaco che la Benvegnuda avea aperto, e quivi volgi e rivolgi, aiutandogli la fante per buon spazio. Benci e gli altri, ch'erano in cucina, trovarono messer Gherardo che bollia forte; e Benci subito recasi in mano le masserizie, che parea volesse travagliare, e cava fuori l'aguto uncinato, e lo fodero della cappellina; e cacciato nella pentola il detto uncino, piglia messer Gherardo con la sua donna monna Muletta, e traendolo fuori del laveggio, il mise nella bisaccia, e diello al fante, e disse: - Vanne a casa, e non dir nulla.
     Andato il fante, Benci caccia il fodero della cappellina arrovesciato nella pentola, e pisciovvi entro, e coperta com'ella stava, s'uscirono della cucina, e scendendo la scala, per l'uscio ancora aperto se n'uscirono fuori. Michele, che era con la Benvegnuda nel fondaco, quando crede essere stato assai: - Per certo Giovanni Ducci ha avuto qualche storpio, serra il fondaco, e io anderò a saper quello che fa.


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