E così tennono il segreto, e messer Gherardo Ventraia fu portato a casa Giovanni Ducci.
Quella medesima mattina, che era sabato, andando, com'è d'usanza, Benci e Noddo a vedere la beccheria, per comperare per la domenica, capitarono al desco dove la detta vitella si vendea.
Dice l'uno: - Oh questa è bella carne.
- Ben di' vero.
- Quanto la libbra?
E comperaronne una pezza. E pesandola il beccaio, dice: - Gnaffe! i compagni vostri ebbono poco fa il ventre.
Dice Benci: - Oh chi?
E 'l beccaio dice: - Giovanni Ducci, e tale, e tale.
- E a casa cui andò il ventre?
Dice il beccaio: - A casa Giovanni Ducci; e là pare a me che lo mangeranno doman da sera.
Dicono costoro: - Or sia con Dio.
Tolgono la carne, e partonsi; e tornando a casa, dice l'uno all'altro: - Questa cosa non vuole andare a questo modo.
Dice Noddo: - Gnaffe! io piglierò la tenuta doman da sera a buon'otta
Dice Benci: - Noddo, ella non vuole andare a cotesto modo; vuo tu lasciar fare a me?
Dice Noddo: - Si bene.
Dice Benci: - Non dir nulla; io credo far sì che noi aremo il ventre, ed egli averanno la broda; sta' cheto e non dir nulla: fa' ch'io ti trovi domane due ore innanzi ora di cena, e farai com'io ti dirò, e vedrai il più bel giuoco che tu vedessi mai; - e così si fermarono.
Benci, tornato a casa, va cercando d'uno fodero di cappellina vecchio bianco e per avventura n'ebbe trovata una cappellina, il quale avea usato già il padre della donna sua, che era grandissima e sucida; levonne il panno, e tolse il fodero, e apparecchiò una bisaccia, e dentro vi mise il detto fodero; e trovò uno aguto di mezzo braccio, e feceli dalla punta un poco d'oncino, e misse nella bisaccia. Trovate queste masserizie, l'altro di su l'ora imposta si trovò con Noddo, ed ebbono Michele Cini, che era sensale di mercatanzia, e strettisi insieme, dice Benci: - Io non so, Michele, se tu sai questo fatto. La cosa sta sì e sì.
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