NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 323
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     E quasi da tutti era tenuto un santo, e spezialmente da queste tre romite, le quali a lui erano molto divote.
     E questo Giovanni dicea che era innamorato di Jesu, e molto segretamente era innamorato più della bella romita. Andando questo Giovanni un dì fuori di Todi a una religione di monaci presso a tre miglia, e tornando la sera tardi per mal tempo freddo e nevicoso, giunse a quel romitoro a ora che in Todi non sarebbe entrato, si era sera, e ciò fece bene in prova. Giunto là, picchia la ruota.
     - Domine, chi è?
     Risponde: - Sono il vostro Giovanni dello 'nnamorato.
     - Oh che andate voi faccenda a quest'ora?
     E quelli dice: - Io andai istamane alla tale badia, e sommi oggi stato con don Fortunato, ed ora tornava a Todi, e l'ora tarda e 'l tempo reo m'hanno condotto qui, e non so che mi fare.

     A questo romitoro non era presso né casa né tetto. Dicono le romite: - Che fu a muovervi così tardi?
     Dice l'appostolo: - E' non è stato sole, li nuvoli m'hanno ingannato: poiché la cosa è qui, io vi prego che mi mettiate un poco costì dentro al coperto.
     Dicono le romite: - Oh non sapete voi che noi non ci mettiamo persona?
     Dice l'appostolo: - E' non s'intende per me, che sono quel che voi, della parte del Signore, e ancora il caso della notte, e del tempo, che qui m'ha condotto, è casa di necessità; e voi sapete che 'l nostro Signore ci comanda, che noi aiutiamo quelli che sono in necessità.
     Le donne, ch'erano vergini, dierono fede alle suoi parole, e apersonli. Quando viene, che dette l'ore e mangiato un poco, si debbono andare a posare, dice Giovanni: - Andatevi pure a dormire, io mi dormirò su questa panchetta.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]