E andossene solo a Pisa: e Lazzero e Salvadore se n'andarono anche là alla festa con questa loro tempesta.
E perché oltre all'essere ciechi, erano tutti laceri dalle bastonate, fu loro fatte a Pisa tre cotanti limosine; onde ciascuno di quelle mazzate, non che se ne dessi pace, ma e' non avrebbon voluto non averle per tutto il mondo, solo per l'utilità che se ne vidono seguire.
(Novella CXL)
I PORCI ALLA DOGANA
Uno standosi in contado. facendo volentieri dell'altrui suo, imbola un porco, e con sottil malizia nel mena; e morto che l'ha, con sottil frodo il mette in Firenze; il quale, essendo scoperto, paga lire ventotto, e ancora lo restituisce a cui l'aveva imbolato, e in tutto gli costa fiorini dieci, e rende il porco.
U
N povero gentiluomo, secondo il volgare falso del mondo, ma vizioso e spezialmente nel fare dell'altrui suo, stava sempre in contado a un suo podere in una sua casetta, presso a Firenze meno d'un miglio; e sempre si dava attorno, recando e di dì e di notte a sé delle cose del paese. E fra l'altre volte, ebbe una volta tanta ricurtà d'andare a immolare un porco di notte, che chetamente elli e un suo compagno lo trassono del porcile avendo uno catinello di non so che biada e una cordella con che legarlo, e lo ne menò cheto cheto. E venendo per uno campo ad una fossa assai larga, non veggendo come il porco si potesse far passare quella, e ancora, pigliandolo, farebbe romore, dice al compagno suo, ch'era uno contadino bene atante e grande, ben fatto e sempre con lui uso d'andare a fare di dette faccende: - Facciamo com'io ti dirò; scenda uno di noi in questa fossa, e chinisi a traverso, tantoché faccia ponte delle reni, e; l'altro su per quel ponte mandi il detto porco; - e così s'accordarono.
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