NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Il frate di già v'era venuto, perché innanzi il partorire aveva udita la confessione de la donna, e tuttavia vi dimorava, e così stavano diportandosi tutti di brigata con gran piacere. In questo tempo il frate era dentro la camera de la donna a ragionar con lei quasi da ogni ora. Stava la donna, secondo la costuma, nel letto molto onoratamente, perché oltra il paramento de la lettiera che era superbo e pomposo, e la camera tutta di finissime tapezzarie guarnita, ella di ricche vestimenta, d'oro e trapunti fregiate, vestiva dal mezzo de la persona in su, secondo che sovra il letto sedeva, ché il resto sotto una bellissima coperta celava ed il capo col petto di perle e gioie di gran valuta adornava, accresceva di modo la sua nativa bellezza che pareva il doppio maggiore. Del che messere lo frate prendeva meravigliosa contentezza. E in vero una bella giovane riccamente addobbata, stando il dì in un sontuoso e bel apparato letto del modo che stanno le donne di parto, fa un bellissimo vedere e pare che senza dubio raddoppi le sue bellezze, e tiene in sé un certo non so che di galante che le dà mirabilmente in tutti gli atti suoi grazia. Potevano esser circa otto o dieci giorni che la donna s'era scarcata del peso del parto, quando il signor del castello, con molti altri in camera ragionando di varie cose come in tal brigata si suole, disse a la moglie: - Donna, questa notte che viene io voglio venirmi a giacer con voi. - La donna, che forse altre volte aveva sentito dire che si deverebbe star quaranta giorni prima che il marito dopo il parto si giacesse con la moglie, si mostrò alquanto schifevole e ritrosa di questa voglia del marito, e pareva che molto mal volentieri in questo gli compiacesse. Il barone che desiderava giacersi con lei rivolto al frate, disse: - Padre, voi che avete studiato a Parigi e tante volte predicato, che dite voi di questo caso? parvi egli che io commetta peccato a giacermi con mia moglie questa notte che viene? Diteci il parer vostro, perciò che a quello ci atterremo.


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