NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Avenne che un giorno messer Tristano volse secretamente vedere come passava la mercatanzia della moglie sua; e prese le chiavi del magazzino, lei nulla sapendo, l'aprì: ed entratovi dentro, trovò che quasi tutte le scarpe erano smarrite. Laonde messer Tristano tutto ammirativo stette alquanto sopra di sé, pensando come la moglie avesse dispensate tante paia di scarpe quante erano nel magazzino. E credendo per certo che la moglie per lo tratto di quelle fusse tutta oro, fra sé stesso ne prendeva consolazione, imaginandosi a qualche suo bisogno potersene d'alcuna parte prevalere. E chiamatala a sé, dissele: - Modesta, moglie mia prudente e savia, oggi apersi il tuo magazzino e veder volsi come procedeva la tua leal mercatanzia; e pensando che da quell'ora che prima la vidi, sin a questa fussero rnultiplicate le scarpe, trovai che erano diminuite: di che io ne presi ammirazione non picciola. Dopo pensai che tu le avessi vendute, e del tratto di quelle avesti il danaio nelle mani; e mi confortai. Il che, se così fusse, non riputerei poco capitale. - A cui madonna Modesta, non senza alcun grave sospiro che dalla intima parte del cuore procedeva, rispose: - Messer Tristano, marito mio, non vi maravigliate punto di ciò, perciò che quelle scarpe, che in tanta abondanza nel magazzino già vedeste, se ne sono andate per quella istessa via che erano venute; e tenete per certo che le cose mal acquistate in breve spazio di tempo s'annullano. Sì che di ciò non vi maravigliate punto. - Messer Tristano, che la cosa non intendeva, rimase sopra di sé; e temendo molto che alla sua mercatanzia un simile caso non avenisse, non volse in ragionare più oltre procedere; ma quanto ch'egli seppe e puoté, solecitò che la sua mercatanzia non venisse al meno come quella della moglie.


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