NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Ad Isabella, passato il quarto mese, incominciò crescere il ventre e dimostrare segno di gravidezza. Il che vedendo, i suoi parenti molto si maravigliarono, e massime avendola per donna religiosa e santa. Onde più volte l'addimandaro se era gravida, e di cui. Ed ella con allegra faccia, di Ortodosio sé esser pregna respondeva. Il che esser falso i parenti dicevano, perciò che chiaramente sapevano il lei marito già gran tempo esser stato e oraesser da lei lontano, e per consequente esser impossibile lei di Ortodosio esser gravida. Per il che i parenti addolorati molto cominciorono temere il scorno che li poteva avenire, e tra loro più fate deliberarono farla morire. Ma il timore d'Iddio, la perdita dell'anima del fanciullo, il mormorar del mondo e l'onor del marito da tal eccesso rimovendoli, volsero della creatura aspettare il nascimento. Venuto il tempo del parto, Isabella uno bellissimo fanciullo partorì. Il che inteso, i parenti grandemente si duolsero; e senza indugio ad Ortodosio in tal maniera scrissero: "Non già per darvi noia, cognato carissimo, ma per dinotarvi il vero, noi vi avisiamo Isabella vostra moglie e sorella nostra aver non senza nostro grave scorno e disonore partorito un figliuolo, il qual di cui sia, noi no 'l sapiamo; ma ben giudicheressimo da voi esser generato, quando da lei non foste così lungamente stato lontano. ll fanciullo con la sfacciata madre sarebbe finora per le nostre mani di vita spento, se la riverenza che noi portiamo a Dio, intertenuti non ci avesse. E a Dio non piaccia che nel proprio sangue ci macchiamo le mani. Provedete adunque a' casi vostri, e salvate l'onor vostro, né vogliate sofferire che tal offesa rimanga impunita".


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