NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Partita dal padre Violante ed andata nella sua camera e chiusa sola dentro, si mise a piagnere; e preso il robino, lo abbracciava, basciava e stringeva, maladicendo l'ora che il medico in queste parti era venuto. Vedendo il robino le calde lagrime che dai bei occhi giù scorrevano ed i profondi sospiri che dal ben disposto cuore venivano, mosso a pietà, si converse in umana forma; e con amorevoli parole disse: - Signora mia, per cui reputo aver la vita, non piangete né sospirate per me che vostro sono, ma cercate rimedio al nostro affanno; perciò che il medico che con tanta sollecitudine procaccia di avermi nelle mani è il mio nemico che vorrebbe di vita privarmi: ma voi, come donna prudente e savia, non mi darete nelle sue mani, ma dimostrandovi piena di sdegno, mi trarrete nel muro; ed io provvederò al tutto. - Venuta la mattina sequente, il medico ritornò al re; ed udita la cattiva risposta, alquanto si turbò, affermando veramente il robino esser nelle mani della figliuola. Il re, chiamata la figliuola in presenza del medico, disse: - Violante, tu sai che per virtù di questo medico noi abbiamo riavuta la sanità, e per suo guidardone egli non vuole stati né tesori, ma solamente un robino, il quale dice esser nelle tue mani. Io avrei creduto che per l'amor che mi porti, non che un robino, ma del proprio sangue mi avesti dato. Onde per l'amor che io ti porto e per le fatiche che ha portate tua madre per te, ti prego che non neghi la grazia che il medico addimanda. - La figliuola, udita ed intesa la volontà paterna, ritornò in camera; e preso il robino con molte gioie, ritornò al padre, e ad una ad una le addimostrò al medico: il qual, subito che vidde quella che tanto desiderava disse: - Eccola! - e volse gettarli la mano adosso. Ma Violante, avedutasi dell'atto, disse: - Maestro, state indietro, perciò che voi l'avrete. - E tolto il robino con sdegno in mano, disse: - Già che questo è il caro e gentil robino che voi cercate, per la cui perdita in tutto il tempo della vita mia rimarrò scontenta, io non vi lo do di mio volere, ma astretta dal padre; - e così dicendo, trasse il bel robino nel muro: il quale, giunto in terra, subito s'aprì, e un bellissimo pomo granato divenne, il quale, aperto, sparse le sue granella da per tutto. Il medico, vedute che ebbe del pomo le granella sparse, si trasformò in un gallo: e credendo col suo becco Dionigi di vita privare, rimase del tutto ingannato; perciò che un grano in tal modo si nascose, che dal gallo mai non fu veduto. Lo nascosto grano, aspettata l'opportunità, in un'astuta e sagace volpe si converse; ed accostatosi con fretta al crestuto gallo, quello per lo collo prese, uccise ed in presenza del re e della figliuola il divorò. Il che vedendo, il re stupefatto rimase; e Dionigi, ritornato nelle propria forma, narrò al re il tutto, e di consentimento suo prese Violante per sua legittima moglie: con la quale visse lungo tempo in tranquilla e gloriosa pace; e il padre di Dionigi di povero grandissimo ricco divenne, e Lattanzio, d'invidia e odio pieno, ucciso rimase.


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