Opere di letteratura italiana e straniera |
Mentre che 'l signore, il vecchiarello e la nuora stavano in ragionamenti, sopragiunse Malacarne, figliuolo del vecchio e marito della giovane, ed entrato in casa, vidde il signore che ragionava col vecchio e accarezzava la fanciulla; e data e ricevuta la buona sera, ordinò alla moglie che apparecchiasse la cena, e accostatosi al signore, l'addimandò per qual cagione era venuto in quel selvaggio e inabitato luogo. A cui il signore iscusandosi rispose: - Fratello, la causa della venuta mia in cotesto luogo non è stata per altro se non che, trovandomi solo per strada ed essendo sopragiunta la notte, né sapendo dove andare per esser mal instrutto di queste contrade, trovai per mia buona sorte questa picciola abitazione, dove da questo vecchiarello e da questa donna fui allegramente ricevuto. - Malacarne, inteso il parlar del signore, e vedendolo riccamente vestito con la catena d'oro che li pendeva dal collo, subito fece disegno sopra di lui, e al tutto determinò ucciderlo e spogliarlo. Volendo adunque Malacarne adempire il diabolico proponimento, chiamò il vecchio padre e la moglie, e presa la fanciulla in braccio, uscirono fuor di casa, e tiratisi da un lato, fecero tra loro consiglio di uccidere il giovane e spogliatolo delle sue vestimenta, sotterrarlo nella campagna, persuadendosi che mai più di lui novella non si sentisse.
Ma il giusto Dio non permise il malvagio lor proponimento aver effetto, ma con bel modo il loro trattato scoperse. Finito il trattato e 'l malvagio consiglio, Malacarne pensò di non poter solo adempire il deliberato pensiero, perciò che il padre era vecchio e impotente e la donna di poco animo, e considerava il giovane in apparenza essere di grandissimo coraggio e potersi agevolmente difendere e fuggire. Onde determinò d'andare ad un luogo non molto lontano, e chiamare tre suoi amici, e insieme con loro esseguir il tutto. Gli amici, intesa la cosa e avidi del guadagno, lietamente accontentarono: e prese le lor armi, alla casa di Malacarne se ne girono. La fanciulla, lasciato il vecchiarello con la madre in compagnia, ritornò al signore, e facevagli maggior festa e maggior carezze che prima. Il signore, veggendo la grand'amorevolezza della fanciulla, la prese in braccio, e dolcemente l'accarezzava e basciava. La fanciulla, vedendo il lustro della catena d'oro, e piacendole, sì come è costume di ciascun fanciullo, pose la mano sopra la catena, e voleva mettersela al collo. Il signore, che vedeva la fanciulla della catena dilettarsi, tuttavia accarezzandola, disse: - Vuoi tu, figliuola mia, ch'io te la doni? - E così detto, gliela pose al collo. La fanciulla, che aveva inteso il trattato, senza dir altra parola rispose: - Ella sarà ben mia, perciò che il padre mio e la madre mia ve la vogliono torre e ammazzarvi. - Il signor Francesco, ch'era savio e accorto, intese ch'ebbe le tristi parole della fanciulla, non le lasciò cader in terra, ma da prudente tacque: e levatosi da sedere con la fanciulla in braccio, sopra un letticello con la catena al collo la pose; ed ella, perché l'ora era tarda, immantinenti si addormentò. Indi il signor Francesco si rinchiuse in casa, e l'uscio con duo gran cassoni fortificò, aspettando virilmente quello che i giotti far volevano. Appresso questo, il signor trasse fuori un picciolo scoppio che a lato teneva e avea cinque bocche, le quali unitamente, e ciascaduna di per sé poteasi scaricare. |