NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 677
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     (Da Le carte parlanti)



     SOGNO DEL MONTE DI PARNASO

     A
     NCORA che l'imbasciadore d'un duca d'Urbino, il quale sta sempre desto, non s'intenda dei sogni, ve ne appicco uno a le spalle, tanto bestiale, che saria troppo a Daniello.
     Istanotte, non per superfluità di cibo né per occupazion di malinconia, ma per colpa de la solita spensieraggine, dormendo a la bonissima, ecco a me quella gentile creatura del Sogno. Ed io a lui: - Che c'è, ser Girandolone? - Il monte di Parnaso, il qual vedi là - mi rispose egli. Intanto io me gli trovo ai piedi; e guardando insù, parvi un di coloro che considerano le difficultà di San Leo. Ma è una favola la diavolaria del salirci: il fatto sta ne la facilità de lo scendere. Da le ripe del monte, dove san Francesco ebbe le stigmate, cascon masse di terra e sassi insieme e arbori diradicati; ma di lassù rovinano le cataste degli uomini, e con sì ladra baia, che è una crudeltà e uno spasso de l'altro mondo il vedergli agrapparsi a quello sterpo e a questo, sudando e cacando il sangue. Alcuno, che la crede la via de l'oro, par colui che, volendo salire per il muro, per segnano bene insù col carbone, dà di matte piattonate con la persona ne lo spazzo; altri, giunto al mezzo, si ferma senza poter più. Chi fa la gambetta a quel che gli passa manzi; altri, tutto rabbioso, morde quel che se gli apressa. Alcuno, nel vedersi poco men che in cima, se ne vien giuso come un di quegli che, nel porger la mano ai capponi, scorsagli sotto i piedi la corda, piomba giù del legno insaponato, per la qual burla il popolo introna l'aria con i fischi e con le grida; altri, nel percuoter la testa sotto le natiche del fariseo che gli sta sopra, vien ne la rabbia che movon coloro che amazzon le gatte col capo. E di tutto è cagione una ghirlanda, simile al cerchio d'una osteria. I pazzaroni a brache calate fiaccono il collo in un lago d'inchiostro più nero che 'l fume degli stampatori: e non è spasso che agguagli cotale spettacolo. Chi non sa notare, ci affoga; chi nota, vien via a la riva col più gaglioffo aspetto che mai vedesse Dante ne la tresca de le animucce che egli messe ne la pece de l'inferno.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]