Ma perō non confessō heresia alcuna nč ribellione nč voluntā di ribellare. Anzi dice nella sua confessione, ch'interrogato da Mauritio come potea far questo, li rispose, che essi non havean d'assaltar il regno; ma con questa conditionale se venia mutatione, volean far la repubblica nelle montagne difendendosi come li Spagnoli nelle montagne quando entraro li Mori. E parlava in tal modo che li giudici si credeano che confessava, e che solo negava la prattica con Turchi, la quale nega espressamente, e dice haver ripreso Mauritio perche era andato su le galere d'Amurat. E perche essi giudici non sanno quel che dice Arquāto Astrologo, et Scaligero, et Cardāno, e Ticōne e Gemma Frisio et altri Astrologi della mutatione instante al secol nostro: nč quel che dicon li Santi Caterina, Brigida, Vincenzo, Dionisio Cartusiano... pensare che queste profezie fossero finte dal Campanella per tirar la gente a ribellare, e ch'erano false; e si contentaro di tal confessione, sperando anche che poi nel tribunal del S. Officio confessasse che quella republica che dicea voler fare havea d'esser heretica: e cosė saria stato brugiato". In veritā i Giudici della tentata ribellione non aveano alcun motivo di preoccuparsi della qualitā eretica della repubblica voluta dal Campanella, qualitā che si sarebbe dimostrata pių tardi
in un altro tribunale. Bastava loro che venisse da lui confessato il trattato di far repubblica, per ritenerlo un reo confesso con tutte le terribili conseguenze legali; e non importava neanche troppo se per tale repubblica avessero dovuto aversi o no certe condizioni, se avessero dovuto usarsi le armi in difesa ovvero in offesa, se avessero dovuto esservi gli aiuti de' potentati esterni e segnatamente del Turco, da qualunque de' complici invocato.
| |
Mauritio Spagnoli Mori Turchi Mauritio Amurat Arquāto Astrologo Scaligero Cardāno Ticōne Gemma Frisio Astrologi Santi Caterina Brigida Vincenzo Dionisio Cartusiano Campanella S. Officio Giudici Campanella Turco Officio
|