Verso sera la signora Sofia, inquieta per l'assenza della figlia, inviò il Cerruti, anch'esso in apparenza turbatissimo, in ricognizione. Dopo aver battuto con una squadra di contadini tutti i boschi dei dintorni, costui prolungò le sue ricerche sulla riva del mare, giù per le spiagge di Camogli, di Portofino e di Santa Margherita.
Soltanto verso il mattino seguente un contadino venne di corsa a portargli l'ombrello e il fazzoletto della fanciulla.
La sparizione di costei, accolta dal Cerruti coi segni del più profondo dolore, venne subito attribuita a uno spaventoso accidente.
Vennero fatte ricerche sul mare, ma il cadavere non potè esser trovato.
La signora Sofia accolse la notizia della morte di Augusta fra le lagrime e i sospiri. Essa si rimproverava, un po' tardi, di aver lasciata troppa libertà alla figlia. Pregò il Cerruti di voler telegrafare al Maglino la notizia di quella morte, poi si rinchiuse nelle sue stanze.
Dopo poche ore i due amanti si trovavano riuniti in una casetta di pescatori, fidi al Cerruti, ed ove Augusta si era rifugiata per sottrarsi ad ogni ricerca.
XII
Nel paese degli affaristi
Dario Cerruti offrì all'amante un comodo appartamento in via San Luca, ove l'idillio poteva svolgersi senza paure che sguardi estranei se ne immischiassero.
Il domani del suo arrivo a Genova con Augusta, Dario le aveva presentata una cameriera, nella quale, a suo detto, si poteva riporre la massima fiducia.
Era uno strano tipo di donna dal viso sofferente, rassegnata e taciturna; pareva obbedisse ciecamente agli ordini del padrone.
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