.. nell'atto stesso si raccoglieva con la mano sinistra il drappo e si impugnava per di fuori dell'asta". Per salutare tutti gli altri superiori l'alfiere toglieva semplicemente di capo il cappello(241).
E passiamo agli esercizi con il fucile(242). Poche premesse poste innanzi alla descrizione dei relativi movimenti richiamavano l'attenzione sul fatto, "che il maneggio del fucile deve compiersi dai soldati con desterità e scioltezza... epperciò essi dovranno stare con l'orecchio attento al comando, muovere le mani sempre in vicinanza del corpo, eseguire con vigore ogni tempo di una mozione restando poi immobili da uno all'altro tempo". Per facilitare poi la simultaneità e l'esatta esecuzione degli esercizi, si prescriveva che "essendo i soldati in rango e fila, quelli di prima riga abbiano a guardare attentamente il campione (istruttore) e quelli delle due ultime file quelli della prima, onde muoversi tutti contemporaneamente".
Tra il comando di ciascun movimento e l'esecuzione del primo tempo di esso, il campione doveva lasciar correre un intervallo bastevole per contare a cadenza i primi tre numeri. Tra i tempi successivi questo intervallo doveva essere prolungato di alquanto e diventare eguale all'intervallo di tempo che è necessario per contare i primi sei numeri. Si eccettuavano da questa regola mnemonica i comandi per i fuochi e per ritirare le armi, i quali dovevano eseguirsi non appena ordinati.
La posizione di base per eseguire il maneggio dell'armi era quella del fucile collocato sulla spalla sinistra, con la canna in fuori, sostenendo il calcio con la palma della mano sinistra appoggiata al fianco, "sicchè il pollice premeva il calcio e le altre dita lo stringevano per di sotto: il braccio sinistro non doveva essere nè troppo teso nè troppo inarcato, col gomito daccosto alla vita in modo tale che la mammella cadesse tra le due viti della piastrina"(243).
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