... La busta non l'ho ancora aperta: e tutt'oggi non l'aprirò, gusto questa incertezza. Oh sono felice! - A Limbiate non sapevo più nulla di te: a Milano nulla. Quattro mesi erano scorsi: potevi esser morta. Io affidai al caso (no, no, a Dio!) il mio biglietto di visita per te.... Così era lontano dal credere che tu lo ricevessi! - E l'hai ricevuto! Oh qual gioia per me avere una busta scritta da Te.... e dico nel mio cuore, scrivendo il mio nome, avrà pur dovuto, fosse solo per un minuto, pensare a me! - Una volta ho ricevuto il tuo ritratto (10 ottobre 1877): una seconda volta la tua lunga lettera (23 ottobre 1877): ed ora un tuo biglietto.... avrà qualche frase? l'indirizzo? la data? - Non so! Non apro la busta: ma mi sento felice. - Rispondendo al mio biglietto mi hai dato una gran prova di stima.... potevi lasciarmi supporre di non aver ricevuto il mio.... Ma a che ragionare? Mi sento felice. - Nell'ultimo giorno dell'anno 1878, io ruppi i suggelli a certe mie carte, e rilessi, rilessi le mie annotazioni! Trovai una grande disperazione e una grande speranza - anche quando ero certo che Tu eri la moglie di un altro. - Ed ora lo sei? Se il tuo biglietto portasse un altro cognome?-
O Lidia! Lidia! a che studiare? quando si è così felici nell'amore santamente? - Oh come ti amo! E come spero? Dio può ingannarmi? Dio ha fissato che tu sii la mia donna! senza confidenza, senza speranza, ho gettato in buca il mio biglietto... ed oggi... oh non l'aspettavo più il Tuo! - Col tuo biglietto sul cuore, volli entrare nella Chiesa di San Marco a osservare le sculture antiche e fingevo d'essere a Venezia, poi sono andato al Duomo.
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