Femminil!) con grandi risaFanciullesche in aria getta,
Come palla, e su 'l vassoioRicader quindi l'aspetta.
La regina degli ebrei sente e distingue nel poeta un suo nazionale:
Quando a me passò dinanzi,
Riguardommi, e m'accennò
Cosí languida col capo,
Che 'l mio cor forte tremò.
Ben tre volte andò la turba,
Galoppando, innanzi e indietro;
E tre volte, nel passare,
Salutommi il caro spetro.
Già sparía la processione,
Il tumulto già cessava;
E l'amabile salutoPe'l mio capo ancor trottava.
Tutto il giorno di poi il poeta fantastica della processione e specialmente delle tre donne:
E mi prese un fier desíoDi sognar, di delirare,
Un desío di quelle Amazzoni
Che aveo visto cavalcare.
O notturne visïoni,
Dall'aurora spaventate,
Dite, dite, ove fuggiste?
Ove al dí ricoverate?
Ricovero a Diana sono le rovine del paese che fu romano, onde ella in forma tra di dea e di strega conturba ancora gli spiriti:
Sotto i ruderi d'un tempioDi Romagna, per timore
De' cristiani, ritirataSta Dïana il giorno. L'ore
De la nera mezzanottePer uscir fuori ella aspetta;
Ed allor con le compagneA la caccia si diletta.
Piú lontano, piú fantastico, piú misterioso il refugio della romantica Abonda:
Essa pur la bella Abonda
De' cristiani ha gran paura,
Ed il giorno sta nascostaD'Avalun ne la sicura
Isoletta. Ne l'oceanoDe' romantici, assai lunge,
È quest'isola: l'alatoPegaseo solo vi giunge.
Mai la Cura non v'approda,
Né vapor su quelle ripeMai depone i curïosi
Filistei da le gran pipe.
Non si sente là de' doppiIl suon tristo, fastidioso,
Quel din don din do continuo
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