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      Torniamo alle strofe accettate e riconosciute:
     
      E te villan sollecito,
      Che per nov'orme il tralcioSaprai guidar frenandolo
      Col pieghevole salcio;
      E te che steril parteDel tuo terren di piú
      Render farai con arteChe ignota al padre fu:
     
      Te co' miei carmi a i posteriFarň passar felice:
      Di te parlar piú secoliS'udirŕ la pendice.
      Sotto le meste pianteVedransi a riverir
      Le quete ossa compianteI posteri venir.
     
      Ecco dunque i primi segni della trasformazione nel materiale poetico dell'idealismo arcadico. L'Androgeo del Sannazzaro, il tipo del genere arcadico puro, non ha fatto mai nulla al suo mondo, o ha fatto solo di quelle cose che nessuno fa, ed č morto per dare occasione al Sannazzaro di intessere una serie di versioni o variazioni virgiliane:
     
      Chi vedrŕ mai nel mondoPastor tanto giocondo,
      Che cantando fra noi sí dolci rimeSparga il bosco di fronde
      E di bei rami induca ombre su l'onde?...
     
      Dunque fresche coroneAlla tua sacra tomba
      E vóti di bifolchi ognor vedrai,
      Tal che in ogni stagione,
      Quasi nova colomba,
      Per bocche de' pastor volando andrai:
      Né verrá tempo maiChe 'l tuo bel nome estingua,
      Mentre serpenti in dumiSaranno e pesci in fiumi:
      Né sol vivrai nella mia stanca lingua,
      Ma per pastor diversiIn mille altre sampogne e mille versi37.
     
      Cotesto ideale ozioso dell'Arcadia napolitana spagnola romana, ora, nella Lombardia di Maria Teresa, tra le riforme e i bonificamenti, si va anch'egli riformando e modificando: Androgeo diventa il villan sollecito. Se il Gessner non avesse pubblicati i suoi Scritti nel 1765, cioč sei o sette anni dopo quest'ode, si sarebbe potuto credere a un influsso degli idilli svizzeri sul poeta de' Trasformati.


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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