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      Li abitanti di ciascuna valle dovevano attendere solo alla custodia di pochi e vicini punti, fidando che nelle altre valli si farebbe altretanto. Una parte dei volontarii formerebbe un corpo volante per apportare soccorso ai luoghi assaliti. Con ciò si torrebbe il principal difetto delle leve in massa che, accumulandosi sovra i punti in apparenza minacciati, lasciano infine scoperti quelli che il nemico ha veramente di mira; e allontanandosi troppo dalle case loro, non possono poi durare, per disagio di viveri e d'alloggiamenti, e abbandono delle cose loro a ignoti pericoli; onde al primo disastro vanno facilmente in confusione e avvilimento. Sarebbe piuttosto a chiamarsi armamento territoriale che leva in massa; impaccio universale al nemico, e appoggio ai difensori.
      Il comitato vide l'utilità della cosa; ma si trattava di determinare i luoghi e le opere da forsi, e ordinare i capi delle valli, l'armamento, le munizioni, le raccolte di viveri, i messi, i segnali, i luoghi di salvamento e di graduale ritirata, e altre cose molte, le quali si sarebbero appena potute prevedere a assestare, se vi si fosse indefessamente atteso fin dal primo giorno della nostra liberazione. E il nostro comitato di guerra aveva veramente cominciato a fare, prima della fatale venuta del re, che ci aveva come impietriti. Pure il nuovo comintato m'incaricò di fare quanto poteva, dandomi in compagnia un veterano del genio. Giunto a Lecco il giorno 2, vidi con meraviglia, come fra l'imbecillità del governo e de' generali, quei valorosi popoli di fossero già posti all'opera da sè, per difendere almeno il loro territorio.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





Lecco