Che la civiltā procedente stritoli sotto i suoi passi miriadi di creature umane; che sotto i piedi di questa societā incivilita stia aperta, come una minaccia per tutti, la voragine spaventosa della miseria; che prenda forma pių selvaggia ogni giorno questa battaglia per la vita che assorbe il meglio delle forze di tutti, e perverte le coscienze e inferocisce i cuori, atterrando intorno a ogni vincitore cento vinti; che milioni d'uomini che lavorano sian ridotti a paventare e a maledire come un flagello ogni invenzione dell'ingegno umano la quale abbia per effetto di scemare il bisogno che ha la societā dei loro sudori; che il pane, che l'esistenza di famiglie innumerevoli dipendano anche in tempi ordinari dalle mille vicende di una disordinata e furiosa guerra mercantile, della quale esse non hanno nč colpa nč coscienza; č una necessitā ineluttabile o č conseguenza d'una lunga serie d'errori? Che, in fine, ogni nazione abbia nel suo seno due popoli, di cui l'uno diffida e teme e l'altro freme e minaccia; che per contenere non pochi ribelli, ma moltitudini intere, sian necessari il terrore delle leggi e la forza delle armi; che le grida festose di pochi inneggianti al progresso siano costantemente coperte dal lamento immenso, crescente, implacabile d'una folla infinita, č questo il prodotto d'una misteriosa legge sociale su cui l'uomo non puō nulla, o č effetto dell'egoismo umano compenetratosi con le istituzioni e con gli usi, di qualche impedimento enorme che sia nell'organesimo della societā, rimosso il quale circolerebbe agevolmente il sangue in tutte le sue membra e le verrebbe la salute e la pace?
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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