Pagina (163/249)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Mi fece sino il nome di qualche signorina alla quale davo lezione, e faceva la gelosa e diceva: "Già si sa, il signor maestro non poteva pensare a me". Mi venne innanzi come un baleno ch'ella mi umiliasse; ma non avevo tempo di fissare la mia idea, ch'ella parlava cosí lesta come camminava, e non mi dava tregua, e mi tirava nei suoi pensieri e nelle sue impressioni. Mi fece molto ridere di quel "letterone". "Diavolo! un maestro tuo pari uscirsene con quel sí secco e smunto; mi attendevo un bello scritto, ché so scrivere anch'io e ho una bella calligrafia". "Vi faccio i miei complimenti", diss'io. Ed ella mi parlò dei suoi studi, e come sapeva un po' di disegno, e aveva fatto anche la sua grammatica. "Bravo voi", diss'io. "Voi! voi! sempre con questo voi! Tu mi devi dare del tu". "Ma una signorina come lei..." "Ah! eccoci ora col lei. Tu mi confondi la grammatica, signor maestro!" Io mi feci rosso come uno scolarello colto in fallo. E lei, sdegnosa, mi prese la mano e disse: "Tu mi devi dare del tu, hai capito?" "Ma se questo tu non mi vuole uscire!..." "Ma tu non capisci che noi siamo predestinati ad esser marito e moglie?"
      Qui la disse un po' grossa. Io mi feci un po' indietro, e con tuono fermo di voce risposi: "Sentite, io ho il dovere di farvi una dichiarazione; sono un uomo leale e non soglio ingannar femmine. Mia moglie non potete voi essere, perché ho già la mia sposa". Ella si fece pallidissima, e io esaltandomi continuai: "Mia sposa è la gloria, alla quale mi sono votato". Ruppe in una risata sonora: "Oh! di questa signora gloria non sono punto gelosa". Ma io, preso il verso, continuava e non mi lasciava interrompere, e lei sentiva sentiva, pigliando un'aria di ammirazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249