Se ha fatto l'idillio, quella donna infernale lo perseguita perché l'ha strozzata, quella Teresa è imperfetta, l'episodio del confessore gli pare un bel tema di poesia, guasto perché messo in luogo dove non può stare. Pensa e pensa, infine, dopo tre anni esce dalla sua immaginazione Eugenia trasformata in un Eugenio, quella donna infernale trasformata in un uomo infernale, Valentino.
Il protagonista del secondo poemetto è Valentino, direi quasi l'angelo del Male: Eugenio è cosí ingenuo nel male come Eugenia nel bene, questa è figlia del monastero, egli dei briganti, strappato dall'etá di quattro anni alla sua famiglia, rimaso sotto la protezione di Valentino che l'ha salvato dagli oltraggi e dagli scherni dei suoi compagni, ed opera il male senza sapere che sia. Accanto a lui è il malvagio consapevole, Valentino, ch'è cattivo e sa d'esser cattivo, e di cui la storia è tutta piena d'orrori che fanno fremere. Questo è il concetto del Valentino.
Eugenio e Valentino camminano per un bosco, dove incontrano Lionetto. Traversando un torrente, Valentino sta per essere travolto dalle onde, Lionetto accorre, lo salva, e quegli non lo ringrazia, perché voleva morire. Di lá dal torrente è una bella fanciulla, Antonietta, che, quando vede salvo Valentino, scompare. Cosí fin dal principio sono in iscena i personaggi principali del racconto.
Valentino non sa chi sia suo padre e sua madre, è il bastardo che fin dai primi anni nella scuola s'è inteso dare quel nome di scherno; disprezzato da tutti, volle pure conquistare la stima studiando.
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