Cosí il papa diventa arbitro de' principi e si riserba ne' casi estremi l'arma di Gregorio VII.
E poi, che č questa Chiesa dirimpetto alla scienza? dirimpetto allo stato della coltura? E Rosmini risponde: non c'č veritá contro la veritá, la veritá č nella Chiesa, ogni altra non vale che come parte di questa; la scienza e la coltura devono entrare in quel circolo, vera regina delle scienze non č la metafisica ma la teologia.
Or se la Chiesa č separata da tutto ciň ch'č temporale e puň venir tempo in cui riacquisterebbe efficacia sulla societá civile, sulla coltura, sulla scienza - questo deve far paura? No, risponde il Rosmini, perché avendo rinunziato all'appoggio del braccio temporale essa non avrá forza materiale, le sue armi saranno le encicliche, le pastorali, la confessione, le prediche, l'istruzione, l'educazione. L'opinione sará la sua forza. Il giorno in cui, riformando la Chiesa, la si renderá accetta all'opinione, essa riavrá sulle moltitudini l'influenza perduta e la sua forza sará tutta morale - . Oggi un partito politico ammette queste idee come progresso, vuole lotta di principii fra la Chiesa e la societá moderna.
Oggi, continua il Rosmini, la Chiesa ha l'appoggio del potere temporale, ma ha perduto l'opinione pubblica; i vescovi sono strumenti del principe, non piú un potere indipendente fra principe e popolo; il popolo considera il vescovo come un magistrato, un generale dipendente dal principe. Togliete siffatta dipendenza, fate che tutti credano alla libertá dei vescovi, de' cardinali, de' legati, e questi acquisteranno ben altra forza sul popolo.
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