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      La fermezza del generale Bixio e delle sue truppe assicurarono la ritirata del 3° Corpo di armata ed egli stesso si affrettò poi ad occupare Quaderni, per impedire al nemico di penetrare tra Villafranca e Valleggio.
      Il combattimento del 24 giugno non fu affatto disonorevole per le truppe italiane. Il campo di battaglia rimase in parte agli austriaci, in parte a noi, e se noi ci ritirammo, si ritirarono essi pure.
      Le nostre perdite furono sensibili, ma quelle del nemico furono maggiori. La maggior parte dei nostri combattenti fecero prodigi di valore, tanto è vero che gli austriaci, persuasi che l'armata italiana non è inferiore ad alcun altra, si astenne dal cimentarsi a molestare e ad impedirne la ritirata. Nove divisioni non avevano potuto prender parte a quel combattimento; due rimaste per ordine superiore a Villafranca; quella comandata da S. A. Reale il principe Umberto e l'altra comandata dal generale Bixio; e sette divisioni con 176 cannoni rimaste sul Po, sotto gli ordini del generale Cialdini.
      La giornata di Custoza non ebbe la grande importanza che, gli si volle attribuire; tanto è vero che il 17 luglio le truppe sotto agli ordini di Cialdini passato il Po, costringevano la guarnigione di Borgoforte ad abbandonare quella forte piazza per ritirarsi in Mantova.
     
     
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      Per i volontari comandati da Garibaldi l'ordine di ritirarsi dalle posizioni conquistate era stato doloroso, ma bisognava ubbidire.
      Il generale senza(115) esitare, con la sua abituale rapidità, ordinò alle sue truppe di abbandonare i posti occupati e con tanto valore difesi, e li disponeva fra Brescia e Lonato.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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