L'ingresso delle truppe italiane fu accolto con segni di vivissima gioia e di entusiasmo da parte del popolo di Roma.
Il giorno 2 di ottobre si procedeva al plebiscito che riusciva imponente, poichè i voti affermativi sommarono a 135,291 mentre i negativi furono 1507 soltanto.
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Non erano trascorsi due mesi da questo avvenimento felice per la nazione italiana, che la Casa di Savoia riceveva un grandissimo attestato della fiducia che godeva in Europa.
Le Cortes di Madrid assicurate del consenso di Vittorio Emanuele e del principe reale, proclamavano Amedeo duca d'Aosta Re di Spagna.
Il 3 di dicembre giungeva a Firenze la deputazione che portava al nuovo Re la fausta notizia.
Al palazzo Pitti erano presenti al ricevimento i grandi dignitari dello Stato, i ministri della Corona e la rappresentanza delle due Camere del Parlamento Nazionale.
Al discorso del signor Ruiz Zorilla il Re rispose con brevi parole, accordando all'amato figlio il consenso di accettare il glorioso trono a cui lo chiamava il voto del popolo spagnolo.
Il Duca D'Aosta, con voce commossa significava la sua accettazione, e l'atto solenne, che proclamava Amedeo Re di Spagna, veniva rogato; e poco appresso egli si recava alla capitale del suo regno, animato da sentimenti liberali e d'amore pel popolo che lo aveva prescelto a suo Re.
Ma ben presto si manifestarono nelle provincie spagnole ed anche nella stessa capitale segni di non dubbia ribellione.
Il 18 luglio del 1872 si attentava alla vita del giovane Re ed a quella della regina ed i due sposi furono miracolosamente salvi.
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