Molti giorni prima che V. S. me favorisse con la sua gentilissima lettera, havea inteso dal Sig.r Cigoli la indespositione sua, che a me et al Sig.r Luca(503) havea apportato grandissimo dispiacere: là onde l'haver inteso da lei che ella sia già in sicuro di recuperare la salute ci ha oltra modo consolati, et in particulare me, che in honorarla et in istimarla non voglio cedere a nessuno. Et così ringratio Dio del suo miglioramento, et la prego ad haversi buon riguardo per lo avenire.
In quanto a quello che V. S. me scrive delle pitture et del poema, sì io come il Sig.r Luca ci appigliamo al suo consiglio, perchè, oltre al purgato giudicio che sappiamo che ha V. S., ella, che è costì nel negotio, sa meglio gli humori(504), et per consequenza come si devono le cose guidare. Dico bene a V. S. che il favore che io prencipalmente desidero da lei, è che rivegga il mio poema(505) con quella diligenza che sia maggiore et con occhio inimico, acciò che ella vi noti ogni picciolo errore: et creda che io lo dico davero, et che tutto quel male die ella me ne dirà io lo pigliarò a segno di gran bontà et di grande affettione, perchè il nostro Signore Iddio mi ha fatto gratia che io non sono inamorata punto delle miei compositioni, et mi ha fatto conoscere che sì come la stampa mostra il saper de gli huomini, così alcuna volta mostra il poco giudicio; là onde io, che non vorrei incorrere in simile errore, in propria causa advocatum quero. Riveduto poi che l'haverà V. S., se le parerà cosa conveniente, circa alla dedicatione potrà d'esso fare quello che più le piacerà, chè io me rimetto in tutto et per tutto al suo sano consiglio.
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