Et io spesso scrivo al S.r Michelangelo (come V. S. vedrà dall'inchiusa sua(1270)); e non mi rimarrò di pregarla a scriverle e dargli novella di lei, con cui in sua casa spesse volte con grandissima giocondità habbiamo ragionato di V. S. e degli amici e degli anni passati: et egli sta in casa pulitissimamente et acconcio, et è parco e liberale, come il suo giudizio e la sua fortuna gli concede. Passai poi, senza uscir di strada, per la via di Salspurgo, da quel gran Prencipe et Arcivescovo, mio antico Signore e prencipalissimo Padrone, dove ricevei honori e cortesie e regali più che in qualsivoglia altro luogo. Me ne tornava in Italia assai tranquillo, quando intesi la morte in Trento del S.r Duca sopradetto; mi conturbò sì, ma più mi rallegrò la presenza del Ser.mo S.r Cardinale, dal quale fui amorevolissimamente raccolto: e così sto attendendo ciò che porterà il tempo, raccomandandomi a Dio e confidando prima in Lui, e poi negli altri. Mi mancherebbe solo chi mi rammentasse tal volta alla real pietà del gran Cosimo, per cui ho pur fatigato e fatigo e fatigherò, sperando in brevissimo tempo mandar fuori alcune canzoni eroiche e diverse altre cose, le quali, benchè sieno di niun momento, pur potrebbero esser lette quand'egli non leggerà più; il che sia tardi il più che si può. Voglio perciò affettuosamente pregare e supplicar V. S. a ridurmi alla memoria ad alcun di cotesti Ser.mi Padroni, et al p[...] istesso per forte pentito e per degno (se S. A. sapesse la verità) d'alcuna pietà, e che, per qualsivoglia humile preghiera et offerta fatta alla matrigna, non è stato possibile ancora mitigarla: odium novercale, guid peius?
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