Giuseppe Parini si lagna che il sì lodato verso non giovi ad apprestargli un vil cocchio, che basti a salvare lui (offeso nelle gambe da dolorosa malattia) dal furore della tempesta(55), e peggio ancora con un grido del cuore, che io per me stupisco di vedere espresso in versi, egli esclamava:
La mia povera madre non ha paneSe non da me, ed io non ho danaro
Da mantenerla almeno per domane.
E nonostante, nessuna forza al mondo poteva dissuadere cotesto ostinato amatore della sua musa dallo educare con sommo studio un lauro nel suo povero letto, e appendervi corone. E per altra parte, le larghe mercedi non fruttarono sempre egregie opere d'ingegno; e di questo io non adduco esempio oltre quello dei quattordicimila scudi all'Achillini pel famoso sonetto: Sudate, fuochi, a liquefar metalli. Aggiungi che gli scrittori forse non hanno mai ricavato dalle opere loro una qualche mercede come ai tempi che corrono. In Francia e nella Inghilterra retribuiscono assai le opere d'ingegno, e se ciò non nuoce, neppure mi sembra che giovi, conciossiachè senza offesa di alcuno a me paia vedere come molti svegliati talenti avrebbero provveduto meglio alla fama se meno fossero stati premurosi di accumulare pecunia. Gli editori d'Italia insomma, quantunque non senza gemito grande, pure qualche cosa si lasciano adesso cascare di mano; sottile è vero, sufficiente per vivere, ma non pertanto bastevole a non far morire. Gli editori nostri conoscono come l'adipe torni nemica al talento, e non vogliono fare quello che nelle Sacre Carte si minaccia:
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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