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      La lunga anzi infinita età trascorsa,
      Non potrebbe giammai rifarlo appieno.
      Or; perchè ristorar vedesi il tuttoE da natura aver prescritto il tempo,
      Onde possa toccar l'ultima mètaDell'età sua; dunque prefisso è pure
      Al romper delle cose un certo fine.
      S'arroge a ciò: ch'essendo i corpi primiDi dura anzi infrangibile sostanza,
      Può non pertanto agevolmente farsiTenero e molle il ciel la luce il foco
      L'aria il vento il vapor l'acqua e la terraSol col mischiare entro alle cose il vôto:
      Ma; se per lo contrario i primi semiFosser teneri e molli; onde potrebbe
      Farsi il ferro, il diaspro e l'adamante,
      Mentre mancasse alla natura affattoD'ogni durezza il fondamento primo?
      Per lor simplicità dunque i principiiSon pieni, impenetrabili ed eterni;
      E per loro unïon posson le cosePiù e più condensarsi e mostrar forza.
      Perchè in somma è prescritto un termin certoA ciò che cresce e si conserva in vita,
      E ciò che possa e che non possa oprarePer naturale invïolabil legge
      Incommutabilmente è stabilito,
      In guisa tal ch'ogni dipinto augelloMostra nel corpo suo le stesse macchie
      Che ciascun altro di sua specie mostra;
      Fie pure d'invarïabile sostanzaIl primo seme suo: perchè, se i corpi
      Della prima materia in alcun modoSi potesser mutare, incerto ancora
      Quel che nasca o non nasca omai sarebbeEd in qual guisa sia prescritto al tutto
      Terminata potenza e certo fine;
      Nè men potrian generalmente i secoliRicondur mai de' genitori al mondo
      La natura, i costumi, il moto e 'l vitto.
      In oltre ancor: perchè l'estremo termineDi qualsivoglia corpo è pur qualcosa,


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330