È stata spesso ripetuta la frase: “La rivoluzione sarà anarchica o non sarà”. L’affermazione può sembrare molto “rivoluzionaria”, molto “anarchica”; ma in realtà è una sciocchezza quando non è un mezzo peggiore dello stesso riformismo per paralizzare le buone volontà ed indurre la gente a star tranquilla, a sopportare in pace il presente, aspettando il paradiso futuro.
Evidentemente, “la rivoluzione anarchica” o sarà anarchica o non sarà. Ma non vi sono state rivoluzioni nel mondo, quando non ancora si concepiva la possibilità in una società anarchica? E non ve ne saranno più fino a quando le masse non saranno convertite all’anarchismo? E poichè non riusciamo a convertire all’anarchismo le masse abbrutite dalle condizioni in cui vivono, dobbiamo rinunziare ad ogni rivoluzione ed acconciarci a vivere in regime monarchico-borghese?
La verità è che la rivoluzione sarà quello che potrà essere, ed è nostro compito affrettarla il più possibile e sforzarci perchè essa sia il più radicale possibile.
Ma intendiamoci bene.
La rivoluzione non sarà anarchica, se come è purtroppo il caso, le masse non saranno anarchiche. Ma noi siamo anarchici, dobbiamo restare anarchici ed agire come anarchici, prima, durante e dopo della rivoluzione.
Senza gli anarchici, senza l’opera degli anarchici, se gli anarchici aderissero ad una qualsiasi forma di governo e ad una qualsiasi costituzione cosiddetta di transazione, la prossima rivoluzione invece di segnare un progresso della libertà e della giustizia ed un avviamento verso la liberazione integrale dell’umanità, darebbe luogo a nuove forme di oppressione e di sfruttamento forse peggiori delle attuali, o nella migliore ipotesi non produrrebbe che un miglioramento superficiale, in gran parte illusorio e completamente sproporzionato allo sforzo, ai sacrifici, ai dolori di una rivoluzione, quale quella che si annunzia per un avvenire più o meno prossimo.
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