Eran di quei che il volgo appella prodi.
Ed ecco cosa è un prode; un uom che tuttoAl proprio onor sacrifica sé stesso,
E se un astuto al suo cammin si avviene,
Questo onor gliel rapisce, come il ladroIn un momento, facilmente, l'oro
Rapisce al viandante; e Dio sa quantoAvrà stentato a accumular quell'oro!
E allora è un vile, come gli altri figliD'Adamo; è per sovrappiú un misero. Ecco
Chi è costui che adora il volgo. E a drittoGli antichi coronavano di fiori
La vittima, e seguivanla in gran pompa:
Ma di quei che seguianla, forse alcuno,
Esser la vittima egli, avría voluto?
Oh no, perdio!SCENA II.
VERRINA, PANSA, e Detto
PANSA.
Vieni, Gastone, fuggi;
Ogni via è brulicante di nemici.
VERRINA.
Ah sí, fuggiamo, fuggiam lungi, molto;
Una terra cerchiamo, u' non si veda,
U' non si parli di Francesi. Oh questo,
Oh questo nome prima mi faceaFremere d'odio, ma ora di vergogna.
Noi fuggiremo; ma dal nostro capoForse, fuggendo, scoterem l'infamia?
Parmi aver scritto sulla fronte "è questo,
Questo, che la sua patria aprí ai Francesi"
Oh, sulla fronte il sento, qual Caino
L'anàtema di Dio. Ma una speranzaIl mio dolor m'addolcia ancora. Un giorno
Forse pugnare per Italia nostraPotremo ancor, potrem lavar nel sangue
Barbaro la nostr'onta; e molto sangueFa di mestieri per lavar tal onta.
GASTONE.
Ma di', di Paolo che ne accadde?
VERRINA.
Morto.
GASTONE.
È morto? Paolo? Ma il sai certo?
VERRINA.
Certo.
Ah, non è giusto, Iddio! Egli si poseSul cammino dei vili, ed alla meta
Riescí dei generosi. Ed io mi posiSul cammino dei prodi, ed alla meta
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