NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Disse allora il frate: - Figliuol mio, cotesta è buona ira, né io per me te ne saprei penitenzia imporre. Ma, per alcuno caso, avrebbeti l'ira potuto inducere a fare alcuno omicidio o a dire villania a persona o a fare alcun'altra ingiuria?
     A cui ser Ciappelletto rispose: - Oimè, messere, o voi mi parete uom di Dio: come dite voi coteste parole? o s'io avessi avuto pure un pensieruzzo di fare qualunque s'è l'una delle cose che voi dite, credete voi che io creda che Iddio m'avesse tanto sostenuto? Coteste son cose da farle gli scherani e i rei uomini, de' quali qualunque ora io n'ho mai veduto alcuno, sempre ho detto: "Va, che Dio ti converta".
     Allora disse il frate: - Or mi di', figliuol mio, che benedetto sia tu da Dio: hai tu mai testimonianza niuna falsa detta contro alcuno o detto mal d'altrui o tolte dell'altrui cose senza piacer di colui di cui sono?

     - Mai, messere, sì - rispuose ser Ciappelletto - che io ho detto male d'altrui; per ciò che io ebbi già un mio vicino che, al maggior torto del mondo, non faceva altro che battere la moglie, sì che io dissi una volta mal di lui alli parenti della moglie, sì gran pietà mi venne di quella cattivella, la quale egli, ogni volta che bevuto avea troppo, conciava come Dio vel dica.
     Disse allora il frate: - Or bene, tu mi di' che se' stato mercatante: ingannasti tu mai persona così come fanno i mercatanti?
     - Gnaffe - disse ser Ciappelletto - messer sì; ma io non so chi egli si fu, se non che uno, avendomi recati danari che egli mi dovea dare di panno che io gli avea venduto, e io messogli in una mia cassa senza annoverare, ivi bene ad un mese trovai ch'egli erano quattro piccioli più che essere non doveano: per che, non rivedendo colui e avendogli serbati bene uno anno per rendergliele, io gli diedi per l'amor di Dio.


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