NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Disse allora ser Ciappelletto: - Oimè, padre mio, che dite voi? la mamma mia dolce, che mi portò in corpo nove mesi il dì e la notte, e portommi in collo più di cento volte! troppo feci male a bestemmiarla, e troppo è gran peccato; e se voi non pregate Iddio per me, egli non mi sarà perdonato.
     Veggendo il frate non essere altro restato a dire a ser Ciappelletto, gli fece l'assoluzione e diedegli la sua benedizione, avendolo per santissimo uomo, sì come colui che pienamente credeva esser vero ciò che ser Ciappelletto avea detto: e chi sarebbe colui che nol credesse, veggendo uno uomo in caso di morte confessandosi dir così?
     E poi, dopo tutto questo, gli disse: - Ser Ciappelletto, coll'aiuto di Dio voi sarete tosto sano; ma se pure avvenisse che Iddio la vostra benedetta e ben disposta anima chiamasse a sé, piacev'egli che 'l vostro corpo sia seppellito al nostro luogo?

     Al quale ser Ciappelletto rispose: - Messer sì, anzi non verre' io essere altrove, poscia che voi mi avete promesso di pregare Iddio per me: senza che io ho avuta sempre spezial divozione al vostro Ordine. E per ciò vi priego che, come voi al vostro luogo sarete, facciate che a me vegna quel veracissimo Corpo di Cristo il qual voi la mattina sopra l'altare consecrate; per ciò che, come che io degno non ne sia, io intendo con la vostra licenzia di prenderlo; e appresso la santa e ultima Unzione, acciò che io, se vivuto son come peccatore, almeno muoia come cristiano.
     Il santo uomo disse che molto gli piacea e che egli dicea bene, e farebbe che di presente gli sarebbe apportato; e così fu.


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