Così come egli pertinace dimorava, così Giannotto di sollecitarlo non finiva giammai; tanto che il giudeo, da così continua instanzia vinto, disse: - Ecco, Giannotto, a te piace che io divenga cristiano, e io sono disposto a farlo, si veramente che io voglio in prima andare a Roma e quivi vedere colui il quale tu di' che è Vicario di Dio in terra, e considerare i suoi modi e i suoi costumi, e similmente de' suoi fratelli Cardinali. E se essi mi parranno tali che io possa tra per le tue parole e per quelli comprendere che la vostra Fede sia migliore che la mia, come tu ti se' ingegnato di dimostrarmi, io farò quello che detto t'ho: ove così non fosse, io mi rimarrò giudeo come io mi sono.
Quando Giannotto intese questo, fu in se stesso oltre modo dolente, tacitamente dicendo: - Perduta ho la fatica la quale ottimamente mi parea avere impiegata, credendomi costui aver convertito; per ciò che, se egli va in corte di Roma e vede la vita scelerata e lorda de' cherici, non che egli di giudeo si faccia cristiano, ma se egli fosse cristiano fatto, senza fallo giudeo si ritornerebbe. - E ad Abraam rivolto disse: - Deh, amico mio, perché vuoi tu entrare in questa fatica e così grande spesa come a te sarà d'andare di qui a Roma? senza che, e per mare e per terra, ad un ricco uomo, come tu se', ci è tutto pien di pericoli. Non credi tu trovar qui chi il battesimo ti dea? E, se forse alcuni dubbi hai intorno alla Fede che io ti dimostro, dove ha maggiori maestri e più savi uomini in quella, che son qui, da poterti di ciò che tu vorrai o domanderai dichiarire? Per le quali cose, al mio parere, questa tua andata è di soperchio. Pensa che tali sono là i prelati quali tu gli hai qui potuti vedere, e più e tanto ancor migliori quanto essi son più vicini al Pastor principale. E perciò questa fatica, per mio consiglio, ti serberai in altra volta ad alcuno perdono, al quale io per avventura ti farò compagnia.
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