NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Egli, fatto dì chiaro, mostrando di venire di più lontano, aperte le porti, entrò nel castello e ritrovò il suo fante; per che, rivestitosi de' panni suoi che nella valigia erano, e volendo montare in su 'l cavallo del fante, quasi per divino miracolo addivenne che li tre masnadieri che la sera davanti rubato l'aveano, per altro maleficio da loro fatto poco poi appresso presi, furono in quel castello menati; e per confessione da loro medesimi fatta, gli fu restituito il suo cavallo, i panni e i danari, né ne perdé altro che un paio di cintolini de' quali non sapevano i masnadieri che fatto se n'avessero. Per la qual cosa Rinaldo, Iddio e san Giuliano ringraziando, montò a cavallo, e sano e salvo ritornò a casa sua; e i tre masnadieri il dì seguente andarono a dan de' calci a rovaio.

     Giornata seconda. Novella II



     LA NOVELLA DI LANDOLFO RUFOLO
     Landolfo Rufolo, impoverito divien corsale e da' genovesi preso, rompe in mare, e sopra una cassetta di gioie carissime piena scampa; e in Gurfo ricevuto da una femina, ricco si torna a casa sua.

     C
     REDESI che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d'Italia; nella quale assai presso a Salerno è una costa sopra 'l mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la costa d'Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane, e d'uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantia, sì come alcuni altri. Tra le quali cittadette n'è una chiamata Ravello, nella quale, come che oggi v'abbia di ricchi uomini, ve n'ebbe già uno il quale fu ricchissimo, chiamato Landolfo Rufolo, al quale non bastando la sua ricchezza, desiderando di raddoppiarla, venne presso che fatto di perder con tutta quella se stesso. Costui adunque, sì come usanza suole essere de' mercatanti, fatti suoi avvisi, compero un grandissimo legno, e quello tutto, di suoi denari, caricò di varie mercatantie e andonne con esse in Cipri. Quivi, con quelle qualità medesime di mercatantie che egli aveva portate, trovò essere più altri legni venuti; per la qual cagione, non solamente gli convenne far gran mercato di ciò che portato avea, ma quasi, se spacciar volle le cose sue, gliele convenne gittar via; laonde egli fu vicino al disertarsi. E portando egli di questa cosa seco grandissima noia, non sappiendo che farsi e veggendosi di ricchissimo uomo in brieve tempo quasi povero divenuto, pensò o morire o rubando ristorare i danni suoi, acciò che là onde ricco partito s'era povero non tornasse. E trovato comperatore del suo gran legno, con quegli denari e con gli altri che della sua mercatantia avuti avea, comperò un legnetto sottile da corseggiare, e quello d'ogni cosa opportuna a tal servigio armò e guernì ottimamente, e diessi a far sua della roba d'ogni uomo, e massimamente sopra i turchi.


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