NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     E così questo loro piacere continuando d'un giorno in uno altro e sempre più nel continuare accendendosi, avvenne che Pasquino disse alla Simona che del tutto egli voleva che ella trovasse modo di poter venire ad un giardino, là dove egli menar la voleva, acciò che quivi più ad agio e con men sospetto potessero essere insieme. La Simona disse che le piaceva; e, dato a vedere al padre, una domenica dopo mangiare, che andar voleva alla perdonanza a San Gallo, con una sua compagna chiamata la Lagina al giardino statole da Pasquino insegnato se n'andò, dove lui insieme con un suo compagno, che Puccino avea nome, ma era chiamato lo Stramba, trovò; e quivi fatto uno amorazzo nuovo tra lo Stramba e la Lagina, essi a far de' lor piaceri in una parte del giardin si raccolsero, e lo Stramba e la Lagina lasciarono in una altra.

     Era in quella parte del giardino dove Pasquino e la Simona andati se ne erano, un grandissimo e bel cesto di salvia: a piè della quale postisi a sedere e gran pezza sollazzatisi insieme, e molto avendo ragionato d'una merenda che in quello orto ad animo riposato intendevan di fare, Pasquino al gran cesto della salvia rivolto, di quella colse una foglia e con essa s'incominciò a stropicciare i denti e le gengie, dicendo che la salvia molto bene gli nettava d'ogni cosa che sopr'essi rimasa fosse dopo l'aver mangiato. E poi che così alquanto fregati gli ebbe, ritornò in sul ragionamento della merenda della qual prima diceva: né guari di spazio persegui ragionando, che egli s'incominciò tutto nel viso a cambiare, e appresso il cambiamento non istette guari che egli perdé la vista e la parola, e in brieve egli si morì. Le quali cose la Simona veggendo, cominciò a piagnere e a gridare e a chiamar lo Stramba e la Lagina; li quali prestamente là corsi, e veggendo Pasquino non solamente morto, ma gia tutto enfiato e pieno d'oscure macchie per lo viso e per lo corpo divenuto, subitamente gridò lo Stramba: - Ahi malvagia femina, tu l'hai avvelenato! - E fatto il romor grande, fu da molti che vicini al giardino abitavano sentito; li quali, corsi al romore e trovando costui morto ed enfiato, e udendo lo Stramba dolersi e accusare la Simona che con inganno avvelenato l'avesse, ed ella, per lo dolore del subito accidente che il suo amante tolto avesse, quasi di sé uscita non sappiendosi scusare, fu reputato da tutti che così fosse come lo Stramba diceva.


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