Vedendo ciò, Buffalmacco disse a Bruno: - Noi che faremo? ché non ce ne andiam noi?
A cui Bruno rispose: - Andianne; ma io giuro a Dio che mai Calandrino non me ne farà più niuna; e se io gli fossi presso, come stato sono tutta mattina, io gli darei tale di questo ciotto nelle calcagna, che egli si ricorderebbe forse un mese di questa beffa - ; e il dir le parole e l'aprirsi e 'l dar del ciotto nel calcagno a Calandrino fu tutto uno. Calandrino, sentendo il duolo, levò alto il piè e cominciò a soffiare, ma pur si tacque e andò oltre.
Buffalmacco, recatosi in man uno de' ciottoli che raccolti avea, disse a Bruno: - Deh! vedi bel ciottolo; così giugnesse egli testé nelle reni a Calandrino! - e lasciato andare, gli diè con esso nelle reni una gran percossa; e in brieve in cotal guisa or con una parola e or con una altra su per lo Mugnone infine alla porta di San Gallo il vennero lapidando. Quindi, in terra gittate le pietre che ricolte aveano, alquanto con le guardie de' gabellieri si ristettero, le quali, prima da loro informate, faccende vista di non vedere, lasciarono andar Calandrino con le maggior risa del mondo. Il quale senza arrestarsi se ne venne a casa sua, la quale era vicina al Canto alla Macina; e in tanto fu la fortuna piacevole alla beffa, che, mentre Calandrino per lo fiume ne venne e poi per la città, niuna persona gli fece motto, come che pochi ne scontrasse, per ciò che quasi a desinare era ciascuno.
Entrossene adunque Calandrino così carico in casa sua. Era per avventura la moglie di lui, la quale ebbe nome monna Tessa, bella e valente donna, in capo della scala: e alquanto turbata della sua lunga dimora, veggendol venire, cominciò proverbiando a dire: - Mai, frate, il diavol ti ci reca! ogni gente ha già desinato quando tu torni a desinare.
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